iosonoquiSALERNO – Alex e la sua banda di “m’paruzzi” sono adolescenti scapestrati che seminano il terrore tra coetanei nel difficile contesto catanese in cui esisti soltanto se t’imponi con la violenza. Gli “m’paruzzi” sono organizzati come una macchina diabolica: spietati e disumani, architettano le loro malefatte al Bar Sutta Pignata, il loro quartier generale, cibandosi di “arancino più”, una specialità catanese di cui vanno fieri e ghiotti. L’arancino per loro è molto più che una leccornia della cucina tradizionale, è un simbolo, l’emblema di un controllo sulla città. Ad esplorare il mondo delle gang di ragazzi delle periferie e della loro violenza sono stati i giovanissimi studenti dell’Istituto Cannizzaro di Catania, che hanno realizzato il film “Arancino meccanico”, liberamente ispirato a Kubrick. Sono loro e altri 200 studenti i protagonisti del progetto sulla legalità “Io sono qui” dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, realizzato in collaborazione con l’Associazione “Visionair”. Finanziato grazie al Piano Azione Giovani, il programma ha coinvolto per sei mesi i ragazzi di otto città delle quattro “Regioni Obiettivo” del Sud. In particolare, nei quartieri difficili di Napoli e Capua in Campania, Catania e Palermo in Sicilia, Gioia Tauro e Cosenza in Calabria, Bari e Taranto in Puglia, i giovani studenti hanno partecipato, al di fuori dell’orario scolastico, alla formazione svolta dai tutor esperti di giornalismo, televisione e cinematografia dell’Associazione Visionair. Al termine della formazione, i giovani hanno realizzato dei veri e propri cortometraggi che sono sbarcati anche al Festival del Cinema per Ragazzi di Giffoni mentre a settembre tutte le opere saranno presentate in Campania in una giornata chiamata “Final Cut Festival” alla Mostra d’Oltremare di Napoli.
A BARI – E’ la storia di una corsa contro il tempo quella che attraverso il cinema hanno voluto raccontare gli attori e registi di “BUS”, film realizzato dagli studenti dell’istituto Salvemini di Bari. La pellicola vuole descrivere l’avventura metropolitana di un giovane che ha appuntamento con la sua ragazza dall’altra parte della città: il servizio pubblico di bus è carente e il giovane occhialuto correrà di fermata in fermata incontrando strani personaggi e baby gang tentando di arrivare alla meta. Un tema molto sentito dai ragazzi, visto che a Cosenza, i ragazzi del Liceo Scorza hanno girato “Il ponte dei passi perduti”, descrivendo un ponte della città calabrese che separa fisicamente la parte “benestante” del centro dal resto. A Palermo, gli studenti del Liceo Einaudi, nel quartiere dello Zen, hanno scritto e girato “Le carte giuste”, una storia di bullismo e di gruppi che si fronteggiano tra i banchi di scuola, scambiandosi “pizzini”.
A NAPOLI – Vuole lasciare Taranto, Manuele, il protagonista di EXIT, storia scritta dagli studenti dell’istituto pugliese Augusto Righi. Manuele è un giovane inquieto ed introverso, in cerca di una via d’uscita, ma il suo progetto di lasciare la città spesso si trasforma in un incubo. Sarà Robert, il suo miglior amico, ad aiutarlo in questo viaggio.  Con il loro corto, invece, gli studenti calabresi hanno raccontato i 21 mondi che ruotano intorno alla popolare Gioia Tauro. E se a Napoli, nel rione Sanità, con il film “I cugini americani”, i ragazzi dell’Istituto Isabella D’Este Caracciolo hanno scritto, sceneggiato e realizzato una storia di fiction, a Capua i loro colleghi hanno invece scelto di omaggiare un eroe locale, l’aviatore Oreste Salomone, prima medaglia d’oro della storia dell’aeronautica militare Italia. I giovani lo hanno preso ad esempio della forza necessaria per realizzare i propri sogni e hanno realizzato a Capua “I sogni dell’aviatore”, un reportage sui sogni realizzati e quelli svaniti.
 

di Nadia Cozzolino

 
 
 
 

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