abdou fall1di Emiliano Moccia
FOGGIA – Un encomio al migrante- senzafissadimora che lo scorso mese di luglio sventò uno scippo per le strade di Foggia. A darglielo sarà il sindaco Gianni Mongelli che, su richiesta dell’associazione di volontariato Fratelli della Stazione, ha deciso di premiare il coraggio mostrato in quella occasione da Abdou Fall, che fu definito dalla stessa Questura «l’Abele Bikila dell’antiscippo», come il campione olimpico che correva scalzo. Ed il correre, è un po’ l’emblema di questa vicenda, raccontata in quei giorni da Comunicare il Sociale. Perché Abdou corre da sempre. Corre via dal suo Paese per inseguire il sogno di un futuro migliore in Italia. Corre per bloccare un ladruncolo colpevole di aver scippato un anziano. Paura e coraggio per Abdou Fall sono lo specchio della stessa medaglia. Perché per paura Abdou nega la sua vera identità, il suo vero Paese di provenienza, la sua vera storia; ma per coraggio si sfila le infradito dai piedi e prova a dare un senso alla sua vita di senzafissadimora che tira a campare per le strade di Foggia. Paura e coraggio. Una vicenda conclusasi a lieto fine. Una vicenda che è terminata con un «dono», dice Abdou, con un regalo: il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari.
LA VICENDA – E’ una calda mattinata di metà luglio. Lungo il viale della stazione di Foggia è il solito via vai di gente. Abdou è fermo davanti a un bar. Legge il giornale. Ma ad un tratto nota qualcosa che non va. Un ragazzo ruba il borsello ad un anziano e scappa via. Non ci pensa due volte. Si sfila le infradito dai piedi ed inizia a correre. A dare la caccia al giovane malvivente. Lo rincorre scalzo, a piedi nudi sull’asfalto del marciapiede reso rovente dal caldo di mezzogiorno. Schiva passanti e panchine. E dopo una lunga corsa, bracca il borseggiatore dinanzi alla Villa Comunale. Recupera il borsello, lo restituisce al legittimo proprietario. Ed aspetta la polizia per consegnare il ladruncolo alle forze dell’ordine. Un migrante-eroe che compie un gesto atipico per una città come Foggia dove omertà ed indifferenza sono gli antidoti per tenersi lontani dai guai. Un gesto che non passa inosservato agli occhi dell’Ufficio Immigrazione della Questura. Che lo chiama immediatamente per accelerare la richiesta che ha presentato nel mese di marzo per ottenere il permesso di soggiorno. Solo che Abdou ha sempre mentito. Ha mentito sulla sua vera generalità, sulla sua l’età, sul suo Paese di provenienza, sui motivi che l’hanno portato in Italia. Tutto falso. Senza contare, che sulla sua testa pende anche un foglio di via. La Questura, seppur in imbarazzo, non può fare altro che applicare la legge. E lo manda nel Centro di Identificazione di Bari. Ma la Questora Maria Rosario Maiorino e gli agenti dell’Ufficio Immigrazione gli promettano che faranno di tutto per sostenerlo. E così sarà.
IL PERMESSO DI SOGGIORNO – «Quando nel mese di marzo ho presentato la domanda per avere il permesso di soggiorno ho ascoltato i consigli di un mio amico. Avevo paura. Paura di non riuscire ad ottenere i documenti – racconta Abdou – . Perché mi avevano detto che se dicevo la verità, se diceva di venire dal Senegal anziché dal Mali e che vivevo in Italia già da vent’anni non mi avrebbero dato il permesso di soggiorno. Ho avuto paura di diventare un irregolare, di essere cacciato». Ma il coraggio mostrato nella corsa verso il ladro, verso la giustizia, straccia quel senso di paura che lo perseguita. Che forse perseguita tutti i migranti come lui che vivono illegalmente nel suolo italiano, costretti a mentire, a cancellare la loro verità, a distruggere il loro stesso passato. Ma la Questura di Foggia è di parola. E nel giro di pochi giorni Abdou è trasferito nel Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati di Borgo Mezzanone. Passa qualche mese, l’estate, e dopo il colloquio con la Commissione Territoriale Permanente di stanza al Cara, Abdou ottiene il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Abdou capisce di aver sbagliato. «Nella vita bisogna sempre dire la verità e fare il proprio dovere». Lui l’ha fatto. Anzi, lui è un esempio di coraggio per tutta la comunità foggiana. Un migrante senza fissa dimora che per correre più veloce si sfila le infradito. Un migrante che in quella corsa ha anche spiccato il volo per ricominciare «Dopo aver ricevuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari mi hanno proposto di entrare in un progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) ed ho accettato. Forse è l’occasione giusta per migliorare la mia condizione di vita e per avere un posto sicuro in cui dormire. Ho telefonato alle mie sorelle che vivono in Senegal: sono felici ed orgogliose di me».
DAL SINDACO – E proprio per far conoscere meglio la sua storia, in occasione della Notte dei Senza dimora organizzata a Foggia dall’associazione Fratelli della Stazione ed in programma sabato 26 ottobre, alle ore 18.30, proprio sul viale in cui si è stato sventato lo scippo, il sindaco Gianni Mongelli conferirà ad Abdou Fall un encomio per il suo gesto di coraggio. «Un riconoscimento da parte del Comune di Foggia per suggellare l’importante esempio di altruismo e di senso civico compiuto dal migrante» è la motivazione. Inoltre, nel corso della serata i volontari presenteranno al primo cittadino anche una richiesta formale per conferire ad Abdou la cittadinanza onoraria. In questo caso, però, sarà il Consiglio Comunale ad essere chiamato in causa e che dovrà votare, in una seduta dell’assise, se conferire o meno la cittadinanza onoraria. Sarebbe un’altra occasione per passare dalle parole di elogio consumate sugli scranni ai fatti.

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