ROMA. È cominciato nel 2011 come un appello ai giovani congolesi perché si esprimessero a favore della protezione della loro foresta e oggi è diventato un videoclip, “La voce della foresta”, a cui hanno partecipato uomini, donne e bambini. In una piccola foresta del comune di Mont Ngafula, più persone hanno parlato con una voce sola, senza distinzioni di razza o di età, per proteggere le foreste uniche del Congo. La gioia era nei loro occhi, soprattutto quando sono arrivati nel cuore della foresta per girare le immagini. «Ci siamo tenuti la mano per reclamare la protezione della nostra risorsa più preziosa. Insieme quel giorno abbiamo dato una voce più forte alla foresta, il cui eco speriamo attraversi tutto il continente»racconta Augustine Kasambule di Greenpeace Africa.  Nello stesso momento, in altre parti del mondo, persone di tutte le nazionalità si sono unite per ripetere lo stesso appello in favore della seconda foresta del mondo, quella del Bacino del Congo. «Undici cantanti congolesi – si legge in una nota- ci ricordano così che la nostra vita è strettamente legata alla foresta. È il polmone della Terra, che purifica l’aria che respiriamo, ci procura le piante medicinali, il cibo e l’acqua che utilizziamo. La biodiversità del pianeta e il futuro del clima dipendono dalle foreste del mondo».

di Sofia Curcio

 

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