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“Chiavi di libertà”, ecco il progetto che favorisce l’integrazione dei figli dei detenuti

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Un processo di integrazione e crescita dei figli dei detenuti, garantendo una continuità affettiva con i loro genitori che stanno scontando una condanna al carcere di Secondigliano e in quello di Santa Maria Capua Vetere.

È il nocciolo del progetto di durata triennale denominato “Chiavi di libertà”, inserito nel quadro programmatico del bando “Liberi per Crescere”, promosso dall’Impresa Sociale “Con i bambini”. Tante le realtà coinvolte in una partnership per un progetto che vedrà coinvolte 150 persone circa. La presentazione di “Chiavi di Libertà”, questa mattina presso l’istituto dei Salesiani don Bosco di Napoli, tra i partner che vede come capofila Telefono Azzurro CAM. Il presidente, l’avvocato Roberto Scopece, sottolinea: “I detenuti faranno diverse attività, formazione, disseminazione con la finalità replicabile. In futuro vorremmo si facesse anche altroce, formazione dei detenuti e della polizia penitenziaria. Legame tra detenuti e bambini, cortometraggi, attività presepiale, musical “.

“Chiavi di libertà” vuole rendere concreti e fruibili i diritti enunciati nella Carta dei Diritti dei figli e degli Adolescenti ossia: Ambiente, Affettività e Legami, Supporto Socio-Educativo e Formativo rivolto ai detenuti, Inclusione e Formazione. Marina Albanese, direttore del Lupt (centro di ricerca interdipartimentale della Federico II ravvisa la necessità “dei docenti professori di lavorare sempre di più sui territori e nei territori, cercando di svolgere il nostro ruolo partendo dai bambini in carcere. Il partenariato – aggiungere – è forte, importante ed è esteso. Metteremo in luce tante possibili soluzioni a un problema che subiscono loro malgrado. È un punto fondamentale della nostra società”. Le fa eco il direttore dell’Ufficio scolastico Regionale, Ettore Acerra. “Dobbiamo operare tutti per mettere in campo iniziative strutturali, come questo che dà un’opportunità ai figli dei detentivi con un contributo forte”. Secondo il presidente del tribunale di Napoli Nord, Pierluigi Picardi, “occorre allargare lo sguardo, dare risposte non solo repressive ma nemmeno buonista. Incidere sulle famiglie, che sono i primi centri educativi”. Infine alcuni dati, forniti dal garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, che conferma l’importanza di un progetto come Chiavi di Liberta’.

“Da gennaio a oggi oltre 3700 i reati compiuti in Campania, 27 tentativi di omicidi, 5 omicidi e 104 accuse di violenza sessuale ai ragazzi. Quando stanno per uscire le persone dal carcere, come fanno e come vivono la genitorialità? 38.000 ragazzi sono andati a trovare i genitori in carcere. Ricucire e cucire quanto rotto nelle famiglie”.

di Antonio Sabbatino

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