Una struttura di 200 metri quadrati, nel cuore di Napoli, confiscata alla criminalità organizzata e riutilizzata per accogliere ragazzi con spettro di autismo e altre disabilità cognitive già seguiti dal centro di riabilitazione Argo. L’edificio, in via del Formale a ridosso di piazza Carità,  è stata ribattezzata Casa Comune e sarà attiva nei prossimi mesi dopo un periodo di ristrutturazione che comincerà a marzo per concludersi entro . La realizzazione del progetto sarà possibile grazie alla sinergia tra la fondazione Foqus-Quartieri Spagnoli, che nel 2016 promosse il centro Argo, il Consorzio Co.Re. e Associazione Quartieri Spagnoli riuniti in un’Associazione temporanea di Impresa. Nel febbraio del 2022 Guber Banca, istituto privato di Brescia ha lanciato il suo primo conto deposito vincolato a progetti legati al terzo settore su impulso della stessa Fondazione Foqus e Fondazione Etica. Materialmente i lavori di rifunzionalizzazione della struttura di via del Formale saranno affidati alla Società di Ingegneria Bono srl e alle Aeffe&Partner srl.

L’attività – La conferenza stampa di presentazione del progetto questa mattina nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, alla presenza dei rappresentanti dei vari soggetti interessati. Casa Comune non accoglierà soltanto i ragazzi con disabilità cognitive ma permetterà loro di impegnarsi nella produzione di pasticceria e cioccolata, accogliere nei weekend gli operatori sociali di altre città che potranno far visita alle diverse realtà del Terzo Settore del territorio in nome della piena autonomia dei ragazzi già coinvolti nell’attività di Argo (stabilire ora un numero preciso non è possibile), nel progetto in essere. Secondo l’assessore al Welfare dell’amministrazione comunale di Napoli, Luca Trapanese, si pone il tema del «dopo di noi. Il progetto Casa Comune mi ha convinto non solo per l’attenzione che rivolge ai soggetti fragili della nostra città, ma anche e soprattutto per la dignità che riconosce loro. Rispetto dei loro tempi di risposta – continua Trapanese – il progetto prova concretamente ad avvicinarli al mondo del lavoro». Delegato della giunta comunale ai beni confiscati del Comune, l’assessore Antonio De Iesu parla di «una giornata bellissima. Con questa iniziativa si conclude in modo efficace il ciclo del riutilizzo dei beni confiscati sottratti alla camorra, se si considera in special modo le difficoltà che gli enti locali scontano per incidere proprio sul tema delle strutture appartenute alla criminalità organizzata. Spesso abbiamo difficoltà persino a fare dei sopralluoghi». Fa eco a De Iesu il vicesindaco di Napoli con delega all’Urbanistica Laura Lieto. «La destinazione d’uso del bene confiscato alla camorra prevista dal progetto della Casa Comune risponde perfettamente alla visione di questa amministrazione che lavora a una città sempre più inclusiva e solidale».

Gli altri interventi – La direttrice di Argo è Sarah Mancini, che dice: «Casa Comune rappresenterà la fisiologica evoluzione del percorso di crescita e formazione che i ragazzi di Argo hanno intrapreso nel 2016». Si tratta di uno «spazio e di un’opportunità che le famiglie dei giovani e adulti disabili da tempo desideravano per i loro figli. Una restituzione del territorio a chi sulle proprie risorse ha sempre investito». Renato Quaglia, direttore di Foqus-Fondazione Quartieri Spagnoli sottolinea come «innovare significa sperimentare nuovi modelli di intervento per produrre cambiamento. La Casa Comune diventerà un progetto condiviso da una comunità ampia, nazionale, accomunata dalla consapevolezza che ognuno ha diritto di trovare il proprio posto nel mondo». Giovanni Laino, vicepresidente dell’Associazione Quartieri Spagnoli afferma: «Viviamo un passaggio d’epoca e anche le strategie per una città solidale e accogliente devono cambiare. Avviamo una sfida mettendo insieme sostegno di soggetti fragili e attrattività delle straordinarie risorse culturali della città, senza per questo deresponsabilizzare il welfare pubblico». Infine il commento di Giovanpaolo Gaudino, presidente del Consorzio Co.Re. «Riteniamo – le sue parole – che questa iniziativa possa dare un messaggio di speranza, nella costruzione di comunità sempre più accoglienti e inclusive. In tale ottica il Terzo Settore è un attore importante non solo per la protezione del personale in fragilità ma anche per lo sviluppo del territorio, in una forte alleanza con la comunità».

di Antonio Sabbatino

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