L’ondata di caldo anomalo che sta investendo l’Europa, in queste ultime settimane, ormai non fa più notizia. Come lo scorso anno, le temperature fuori norma stanno interessando gran parte del continente, causando danni all’economia e generando crescenti preoccupazioni per il futuro. Quest’anno, l’ondata di caldo anomalo si è presentata con largo anticipo rispetto agli anni precedenti, portando la barra di mercurio a +10 °C rispetto alle medie stagionali. Contestualmente, il nord Italia sta facendo i conti con un periodo di siccità senza precedenti, che sta mettendo a dura prova il settore agroalimentare. Ai minimi storici anche il Po; un così basso livello del fiume non si riscontrava da 70 anni. A rischio desertificazione si trova attualmente il 28% del territorio italiano. Già oggi, l’inaridimento di molte terre destinate all’agricoltura sta dando effetti negativi significativi sulla produzione. Grano, mais, girasole e foraggio subiranno il calo maggiore della produzione. La carenza di foraggio, a sua volta, va ad incidere sulla produzione del latte, da parte di un bestiame già provato dalle alte temperature. Si stima che la produzione di latte possa diminuire del 10% per la sola risposta allo stress termico che questi animali stanno subendo. Infatti, per garantire il loro benessere e consentire agli allevatori di massimizzarne la produzione di latte, le mucche, in questo periodo, dovrebbero vivere tra i 22 e i 24 °C. In Kansas, l’ondata di caldo ha persino provocato la morte di 2000 capi di bestiame. Le temperature anomale, effetto del cambiamento climatico, non danno scampo nemmeno al settore ittico. Gli ecosistemi marini, che presentano sempre più evidenti squilibri simbiotici, più di tutti gli altri, rappresentano la cartina di tornasole della salute del pianeta. L’aumento della temperatura dell’acqua e l’assenza di piogge, stanno provocando un aumento della concentrazione di sale nel mare, che provoca una diminuzione dell’ossigenazione dell’acqua, che, a sua volta, mette a rischio la sopravvivenza dei molluschi. In queste condizioni, cozze e vongole sono maggiormente predate da pesci a sangue freddo, diventati, con il minor ossigeno, più voraci. La crisi climatica, conseguenza di un’aumento a livello globale di anidride carbonica immessa nell’atmosfera, sta interessando, allo stesso modo, tutte le regioni del pianeta. Temperature record si sono registrate in Germania, Svizzera, Inghilterra, India e negli USA, dove è stato consigliato ad un terzo della popolazione di rimanere in casa. A Biarritz, in Francia, è stato registrato il record di temperatura (42,9 °C), poco meno del doppio della media stagionale. Anche Nuova Delhi sperimenta il caldo record, con temperature che hanno raggiunto i 49,2 °C, anche qui 10 °C in più della media stagionale. Il record del 2022, per la temperatura mai registrata prima nel corso dell’anno, spetta all’Iran, dove si sono raggiunti i 52,2 °C nella città di Abadan; secondo, il vicino Iraq con 51,6 °C. Non sembra nemmeno più così lontano ed estremo il clima desertico del Medio Oriente per noi italiani, destinati a fare i conti con picchi di 43 °C. Temperature “anomale” ed eventi climatici “anomali” stanno andando incontro ad una fase di “anomala” normalizzazione, che si esprime con una ”anomala” accettazione, anche per chi le subisce. Se non si agisce in tempo, bisognerà solo conviverci.

di Valerio Orfeo

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