brasile 2014RIO DE JANEIRO- Fervono i lavori per i Mondiali del prossimo anno e già le principali città del Brasile sono pronte a mettere in mostra la loro parte migliore: stadi ristrutturati, nuove costruzioni  parcheggi avveniristici. Ma non solo, il campionato mondiale di calcio del 2014 si tingerà di verde. Lo stadio di Pernambuco a Recife, nel Nord-est del Brasile, ad esempio, avrà infatti un impianto fotovoltaico da un megawatt (i lavori fanno parte del Progetto Strategico di Ricerca e Sviluppo dell’Agenzia nazionale brasiliana dell’energia elettrica Aneel per l’incentivazione del solare ndr).
“LIMPEZA VISUAL”,OVVERO PULIZIA ETNICA- Mentre dal punto di vista tecnico il Brasile punta ad offrire il meglio alle squadre e alle migliaia di spettatori, si sta però consumando una silente tragedia per i ceti più in difficoltà della popolazione, probabilmente a causa di una falla nel sistema organizzativo o, ancor peggio, per via di un modus operandi crudele che non tiene conto dei diritti dei più poveri. Avviene così il trasloco forzato delle famiglie che vivono nelle favelas a ridosso della stadio Maracanà. Attorno all’impianto, ormai, c’è una distesa di case demolite. Il principio si chiama “limpeza visual”: la parola d’ordine è eliminare ciò che può dare fastidio allo sguardo dei visitatori.
NUOVE CASE DECENTRATE- Ma mentre la Fifa e il governo Brasiliano sono fieri dell’esito degli interventi apportati al mitico campo di calcio, cresce il malcontento, quello della gente sfrattata dalle proprie baracche e dai luoghi d’aggregazione. Il  ministro dello Sport Aldo Rebelo  assicura: «a tutti viene data una  casa nuova». Ma i nuovi insediamenti abitativi sono ad oltre due  ore di distanza dalla città di Rio,  ribattono in molti.
LA DENUNCIA DI “JUSTICA GLOBAL”- Ma il dramma maggiore si sta consumando nella piccola favela  di Metro Mangueira, qui migliaia di famiglie se ne stanno andando per far posto ad un mega parcheggio. Nella stessa situazione ci sono altre centinaia di favelas in tutto il Paese. Il caso sta ormai per esplodere ed è stata la Ong “Justica Global” a denunciare che oltre 150mila sono i brasiliani deportati per via del Mondiale. Ma non sono solo favelas e baraccopoli ad essere rase al suolo. Gli interventi sono previsti al Maracanà, ma anche ad altri centri sportivi e piste d’atletica dove la vista delle favelas con le sue case basse e colorate rappresenta “qualcosa di brutto da vedere”

di Paolo De Martino

(  estratto dal n°del 05/04/2013 di Comunicare il Sociale in allegato al Corriere della Sera)

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