NAPOLI. Capodanno alle porte, tempo di auguri e di buoni propositi, ma per molti la notte di San Silvestro fa ancora rima coi botti. Se molti napoletani si sono ormai “convertiti” ai fuochi artificiali regolarmente venduti, sono ancora molti coloro che si divertono con i botti illegali, senza rendersi conto, nella maggior parte dei casi, di avere tra le mani vere e proprie bombe artigianali con le quali mettono a rischio sia la propria sia l’altrui incolumità.
IL BILANCIO. I controlli dei carabinieri, avviati ad ottobre, hanno portato sinora al sequestro di 12 tonnellate di materiale esplodente. Comprese le novità di quest’anno. Che poi, a conti fatti, sono gli stessi “ordigni” degli anni scorsi, a cambiare è solo il nome. “Il botto è lo stesso, – spiega Gaetano Savarese, maresciallo degli Artificieri dei Carabinieri di Napoli, – ma i napoletani hanno molta fantasia e quindi cambiano il nome a seconda delle situazioni. Quindi per alcuni stavolta diventa la bomba Maya, per altri diventa il botto Insigne. Ma è sempre lo stesso ordigno, costruito alla stessa maniera e sempre pericoloso per chi lo usa”. “Dai 225 feriti gravissimi del 1996, siamo arrivati a un numero complessivo, a Napoli, di una sessantina di feriti all’alba del primo gennaio dell’anno scorso”, sottolinea Mariano Marmo, responsabile della terapia iperbarica del Cardarelli, che insieme al maresciallo Savarese da oltre dieci anni conduce una personale “crociata” nelle scuole per informare sui pericoli dei botti. “I petardi che causano questi traumi, – continua il medico, – sono per lo più clandestini, costruiti in modo molto approssimativo, e quindi molto più pericolosi rispetto ai cosiddetti legali che, pur restando per definizione pericolosi, offrono un margine di sicurezza maggiore”. “Quello che non è accettabile, – conclude Marmo, – è ciò che si verifica il primo gennaio, a carico della popolazione infantile, e che ancora oggi, con la raccolta dei petardi inesplosi da parte dei ragazzini privi di ogni prudenza, provoca un numero di mutilati che, anche se di poche decine di unità all’anno, va ad arricchire un bagaglio doloroso di invalidi civili”.


I CONSIGLI. “Sconsigliamo sempre di utilizzare i botti illegali, – aggiunge il maresciallo Savarese, – perché si tratta di materiale improvvisato, che non rispetta i minimi requisiti di sicurezza. Senza contare la potenza: se in una bomba a mano ci sono 40 grammi di esplosivo, in una “cipolla” possono essere sistemati anche 250 grammi di miscela esplosiva, fatta di clorato di potassio e alluminio”. “Si tratta di materiale molto sensibile, – conclude il carabiniere, – quindi anche il materiale legale diventa pericoloso se non acquistato dai commercianti autorizzati”. Oltre ai fuochi illegali, i cosiddetti botti, c’è però anche un mondo di fuochi artificiali legali, venduti regolarmente e con le dovute precauzioni. “Da quest’anno i prodotti si vendono solo ai maggiorenni, – spiega Gaetano Volpe, rivenditore, – e il Ministero ha diramato nuove direttive dove diversi petardi legali negli anni scorsi sono stati definitivamente cancellati dalla vendita, come i “cobra”. Inoltre, per acquistare i fuochi d’artificio di una certa potenza è necessario fornire anche un documento d’identità (le generalità vengono annotate sul registro di carico e scarico degli esplosivi), mentre per quelli di quarta categoria è necessario esibire il porto d’armi. “Su ogni fuoco ci sono le istruzioni, è spiegato come utilizzarli, quindi è difficile farsi male. Certo, poi c’è il mercato nero, quello illegale, dove i botti non vengono controllati. E’ un mercato che purtroppo va anche molto bene”. Il consiglio è sempre lo stesso: evitare sempre di acquistare dalle bancarelle per strada, sia ovviamente per quanto riguarda i botti illegali, sia per quelli legali. Se nel primo caso, infatti, le modalità di conservazione ed esposizione sono molto pericolose, l’umidità e l’accatastamento scriteriato influiscono anche sulla qualità dei fuochi legali, che vanno comunque conservati seguendo determinati criteri. Se proprio si ha la passione dei fuochi artificiali, quindi, bisogna rivolgersi ai venditori autorizzati, per essere sicuri di avere quella tutela che la merce contrabbandata non può garantire. Ed evitare di ritrovarsi, il primo gennaio, al pronto soccorso.

di Nico Falco

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