ROMA- Si è conclusa da poco la celebrazione della giornata mondiale contro l’ Aids. Per l’occasione, Unicef ha lanciato “Towards an AIDS-free Generation – Stocktaking Report on Children and AIDS 2013”, il suo nuovo rapporto.
I DATI – Grandi progressi sono stati riscontrati nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’HIV: tra il 2005 e il 2012 sono state scongiurate, nei Paesi a basso e medio reddito, più di 800mila infezioni tra i bambini.
«Oggi, se una donna incinta è sieropositiva- commenta Anthony Lake, direttore dell’ Unicef- non significa che il suo bambino debba avere il suo stesso destino e che lei stessa non possa condurre una vita sana».
Risultati molto positivi per quanto concerne l’Africa Subsahariana dove nel periodo 2009-2012 i nuovi contagi sono del 58% in Namibia, del 55% in Zimbabwe, del 52% in Malawi e Botswana e del 50% in Zambia ed Etiopia.
AIDS PEDIATRICO – «Per avere una generazione libera dall’Aids – spiega il rapporto – deve crescere il numero di bambini HIV-positivi che ricevono farmaci antiretrovirali (ARV). Nel 2012, soltanto il 34% dei bambini sieropositivi in Paesi a basso e medio reddito hanno ricevuto le cure di cui avevano bisogno, rispetto al 63% degli adulti ». Nello stesso anno, secondo le stime, 210mila bambini sono morti per malattie correlate all’AIDS. Senza cure, un terzo dei bambini che nascono con l’HIV è destinato a morire prima di compiere un anno, e la metà prima di compierne due.
Molti progressi, invece, si sono riscontrati nella prevenzione di nuove infezioni da Hivtra i minorenni: nel 2012 sono stati registrati oltre 260mila nuovi casi di infezione da HIV tra i bambini tra 0 e 14 anni, meno della metà rispetto al dato 2005, quando se ne erano avuti 540mila.
ADOLESCENTI A RISCHIO – Dati allarmanti per gli adolescenti. I decessi legati all’Aids, tra i minori nella fascia di età 10-19 anni, sono aumentati del 50% tra il 2005 e il 2012. In quest’ultimo anno, circa 2,1 milioni di adolescenti (10-19 anni) convivevano con l’HIV. Secondo quanto emerge dal Rapporto, molti traguardi potrebbero essere raggiunti con più fondi e con un maggiori investimenti nell’innovazione. L’analisi presentata nel Rapporto dimostra, infatti, che un aumento degli investimenti pari a circa 5,5 miliardi di dollari annui a partire dal 2014 per interventi ad alto impatto potrebbe evitare, di qui al 2020, il contagio di 2 milioni di adolescenti, in particolare ragazze. «Se aumentassimo il numero degli interventi ad alto impatto utilizzando un approccio integrato- dichiara il direttore dell’Unicef, Lake potremmo evitare molti casi di infezione tra gli adolescenti di qui al 2020».
«Questo Rapporto ci ricorda che una generazione libera dall’Aids ha affermato Michel Sidibe, Direttore di UNAIDS- è quella in cui tutti i bambini nasceranno liberi dall’HIV e lo rimarranno per sempre, il che significa anche garantire un accesso alle cure per tutti i bambini che convivono con l’HIV. Inoltre, questo ci ricorda che la salute e il benessere delle donne dovrebbero essere al centro della risposta all’AIDS. Non ho dubbi che riusciremo a raggiungere questo obiettivo.»
IMPORTANTI INNOVAZIONI – Con le terapie antiretrovirali di lungo periodo nuove e semplificate (note come Option B+) ci sono più opportunità per curare le donne affette da HIV e per prevenire la trasmissione del virus ai loro bambini durante la gravidanza, il parto e l’allattamento. Questa cura comporta l’assunzione di un’unica compressa al giorno. Oggi i test e le cure ancora più accessibili grazie all’innovazione tecnologica. L’uso dei cellulari in Zambia e Malawi, ad esempio, è fondamentale per comunicare i risultati dei test dell’HIV sui loro bambini, con un notevole risparmio di tempo rispetto alla consegna manuale dei risultati. L’obiettivo? E’ applicare le conoscenze che già abbiamo; continuare a focalizzare l’attenzione sui bambini più vulnerabili e ai margini, e sugli adolescenti, perseguendo nuove opportunità e innovazioni.