MILANO. A Roma le scuole di italiano per stranieri gestiti dal volontariato hanno più alunni di quelli organizzati dai centri di formazione pubblici. Sono infatti 9.563 gli immigrati che da giugno 2010 a maggio 2011 hanno affollato le aule di associazioni, parrocchie e circoli, mentre quelli iscritti ai Centri territoriali permanenti sono stati 6.307. È quanto emerge dall’inchiesta “L’abc dell’integrazione” realizzata da Popoli, il mensile internazionale dei Gesuiti italiani, secondo cui l’offerta di corsi di italiano da parte dello Stato è insufficiente a “soddisfare l’aumento della domanda dovuto all’entrata in vigore dell’Accordo d’integrazione”, che prevede l’obbligo per gli immigrati che per la prima volta giungono in Italia di imparare la nostra lingua.
CANALE DI INTEGRAZIONE. Il mensile dei Gesuiti sottolinea anche che le scuole di italiano gestite dal volontariato rappresentano un canale di integrazione degli immigrati. E racconta alcune delle esperienze più significative nate in questi anni in diverse città italiane. A Milano, studenti e insegnanti della scuola fondata dalla comunità di Sant’Egidio hanno creato un giornale, in cui gli stranieri possono raccontare il loro punto di vista sulla città. A Bologna universitari e giovani lavoratori sono impegnati come volontari al centro Poggeschi , fondato negli anni ottanta dal gesuita Fabrizio Valletti. A Palermo, il Centro Astalli è attivo dal 2003 ma nel corso degli anni la struttura si è ampliata, sviluppando una serie di servizi di prima e seconda accoglienza.

di f.g.

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