PALERMO. Grazie al lavoro di rete tra scuole, università e associazioni alcuni minori Rom hanno conseguito la licenza media a Palermo. L’obiettivo ora è quello di mettere questi giovani in condizione di potere continuare ancora gli studi. E’ stato questo il tema del seminario “La città plurale”, svoltosi a conclusione del progetto Por “I sentieri dell’intercultura” che ha coinvolto le scuole primarie Alcide de Gasperi e Pallavicino e la scuola media Virgilio Marone. Al seminario hanno partecipato personalità esperte della scuola, dell’Università di Palermo, dell’Usr Sicilia e alcuni rappresentanti della comunità rom locale.
Per quanto riguarda la scolarizzazione dei minori rom a Palermo c’è stato negli ultimi anni un notevole abbassamento degli inserimenti scolastici. «Le cause per le quali i ragazzi oggi abbandonano la scuola vanno accuratamente analizzate. Diversamente da due anni fa, in cui erano più di cento i minori rom regolarmente iscritti a scuola, attualmente ne abbiamo soltanto 50 – riferisce Maurizio Gentile dell’Osservatorio sulla dispersione scolastica – Usp Palermo -. La scarsa presenza dei minori rom nelle scuole è attribuibile non solo alla loro mobilità ma soprattutto alle precarie condizioni di vita delle famiglie. Se le condizioni di vivibilità delle famiglie non ci sono è inevitabile la ricaduta scolastica sui minori. La dispersione scolastica si attesta al 21,5%, cifra sempre molto alta rispetto a quella dei loro coetanei».
Tra le attività del progetto interculturale sono stati portati avanti nei confronti dei ragazzi dei laboratori di approfondimento e conoscenza della lingua italiana. «Per il progetto sull’intercultura è stato possibile realizzare un piano di intervento mirato agli alunni di etnia rom – riferisce Tindara Ignazzitto della scuola di lingua italiana per stranieri dell’Università di Palermo -. I laboratori di italiano sono stati calibrati sulle loro esigenze anche se all’interno delle classi erano presenti anche allievi che parlavano altre lingue. In particolare, ci siamo concentrati  sulla narrazione di storie, la danza, i suoni e i disegni attraverso cui siamo riusciti  a farli partecipare attivamente, raggiungendo così il nostro obiettivo: apprendimento della lingua italiana».

di Francesco Gravetti

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