NAPOLI. «Ho il sospetto che le ecoballe che stanno bruciano ad Acerra da 48 ore fossero di materiale non trattabile. Che, insomma, non potevano finire nel termovalorizzatore e, in qualche modo, sia stata usata una scorciatoia. Spero proprio non sia così, ma ho un sospetto fortissimo, che mi inquieta non poco». L’atto d’accusa è di Michelangelo Riemma, l’ex sindaco di Acerra che denuncia l’ennesima devastazione ambientale del territorio acerrano e napoletano. Continua Riemma: «Ancora una volta siamo di fronte ad un dramma, alla distruzione di un’intera area».

I VERDI. «L’ inferno di fumi tossici prodotti dalle ecoballe di Acerra che stanno bruciando da 48 ore – aggiungono invece il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il Dott. Antonio Marfella dei Medici per l’ Ambiente – contengono oltre alla diossina una quantità impressionante di idrocarburi policiclici aromatici particolarmente cancerogeni che sono tra le maggiori cause di tumori delle vie aeree.  Questo mega incendio infatti sta avvelenando non solo i territori limitrofi all’ inceneritore ma anche il casertano e buona parte della provincia napoletana. E’ davvero incredibile che a fianco dell’ inceneritore di Acerra vi fosse un deposito di ecoballe previsto dalla Provincia di Napoli che è stato bruciato in modo scientifico grazie all’ utilizzo di piccole cariche esplosive. La cosa più incredibile è che la zona dell’ inceneritore è militarizzata e quindi appare davvero strano che la criminalità sia riuscita a piazzare addirittura delle cariche esplosive senza che nessuno se ne accorgesse».

di Mirko Dioneo

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