MODENA. «Chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri, non può essere trattenuto nei Centri di identificazione ed espulsione, così come chi è senza patria». La decisione del giudice di pace di Modena è di quelle destinate a suscitare polemiche e, probabilmente, conseguenze in tutta la Nazione. Chiamato a valutare il caso dei fratelli Andrea e Senad, che dal 10 febbraio ci trovano nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Modena, il giudice ha sentenziato: non possono essere trattenuti nel centro. Poco più che ventenni, Andrea e Senad sono nati e cresciuti a Sassuolo ma per lo Stato sono due clandestini di origini balcaniche incerte. Il mancato riconoscimento dello “ius soli” fa di questi due ragazzi due apolidi. Solo perché sono nati in Italia da genitori stranieri.
LA STORIA. Ora, dopo la sentenza di Modena, i due fratelli hanno abbandonato il Cie giovedì mattina, attorno alle 13. Ad attenderli di fronte al Centro modenese di via La Marmora, insieme al loro avvocato Luca Lugari, c’era anche Cécile Kyenge Kashetu, consigliere provinciale Pd e coordinatrice della rete “Primo marzo”. I due fratelli, nati in Italia da genitori di origine bosniaca, nel momento in cui i genitori hanno perso il lavoro – e quindi il permesso di soggiorno – si sono trovati rinchiusi al Cie con la prospettiva di essere espulsi senza avere però un paese che potesse effettivamente riceverli. La Bosnia, infatti, non li ha mai riconosciuti.

I RAGAZZI. «Siamo un po’ confusi, ora: perché eravamo qui? Siamo extracomunitari? Ma io mi sento un italiano che non ha potuto fare i documenti».  Queste le parole dei due ragazzi all’uscita dal Cie: «C’è gente che sta proprio male, qua dentro. Visto che la mia famiglia non poteva entrare, ogni giorno aspettavo di uscire per vedere i miei figli. Siamo nati a Sassuolo, siamo italiani. E’ strano essere stati messi qui». La sentenza del giudice emiliano potrebbe ora generare un effetto a catena: ricorsi simili potrebbero essere presentati agli uffici del Giudice di Pace di tutta Italia, a cominciare dal Sud dove i Cie sono superaffollati.

di Francesco Gravetti

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