NAPOLI. Chi è il presidente del consiglio dei ministri? E quello del Senato? Dove si trova Varese? Si dice spesso che i giovani leggono poco, si informano male e dimenticano quello che hanno imparato a scuola. Noi abbiamo provato a fare una verifica, mettendo, però, a confronto i ragazzi nati in Italia con quelli di “seconda generazione”, cioè figli di immigrati cresciuti nel nostro Paese.
Sono gli “Italians 2.0”, rappresentano il futuro della nazione ma, per adesso, devono fare i conti con un processo di integrazione lento e farraginoso. Colpa soprattutto della burocrazia e delle leggi, ma anche di una società che fa ancora fatica ad accettarli. Ma cosa ne sanno dell’Italia? Sono
più preparati dei loro coetanei “italiani purosangue”? Insomma, se devono cantare l’Inno di Mameli, riescono a cavarsela?
Le risposte degli intervistati sono sorprendenti, ma forse neanche troppo: gli italiani di seconda generazione non solo non sfigurano dinanzi ai coetanei nati qui, ma mostrano anche una gran voglia di dimostrare di non essere affatto diversi da loro. Del resto, italiani e “italians” sono cresciuti insieme e
insieme hanno imparato. E insieme hanno dimenticato, ahinoi.

 

Videoinchiesta
a cura di Stefania Melucci

 

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