ROMA. Non solo ragazze. Non solo giovani donne. I dati di Telefono Rosa parlalo chiaro e registrano negli ultimi anni un forte aumento delle denunce per violenza subita da  donne di età compresa tra i 55 e i 65 anni: si parla infatti del 16% del totale delle denunce che vengono accolte, per la maggior parte provenienti da italiane. Mogli, madri, compagne che dopo anni di sopportazione denunciano abusi subiti in famiglia, non riguardanti soltanto le brutalità fisiche, ma comprendono pressioni psicologiche e sudditanza economica. Il perché viene spiegato da Maria Gabriella Moscatelli, presidente dell’associazione che ha raccolto i dati: «Si subisce per paura di fare un torto ai figli, quindi si aspetta che questi si siano sistemati, che siano indipendenti, per decidersi a chiedere aiuto. A frenarle sono anche situazioni finanziariamente molto deboli. Gli uomini hanno di solito una condizione economica migliore».
LE DINAMICHE. Nei contesti familiari dove si consumano abusi a discapito delle donne  sono gli uomini a godere di una maggiore disponibilità economica. Gli atteggiamenti di violenza fisica o psicologica spingono le donne a temere non solo per se stesse, ma soprattutto per i propri figli e solo una volta che questi sono cresciuti e diventati indipendenti, le madri cominciano a sentire il peso della situazione e trovano il coraggio di denunciare gli abusi.
Ma la ritrosia ad uscire allo scoperto si rivela un’arma a doppio taglio: «Ciò incide negativamente sulla crescita dei bambini: i maschi apprendono un comportamento violento e le femmine un atteggiamento remissivo e succube.  La violenza assistita è una questione importante, che incide sulla crescita» avverte Moscatelli.
LE ISTITUZIONI. Secondo il rapporto  pubblicato a Ginevra lo scorso maggio da Rashida Manjoo, relatrice speciale dell’Onu contro la violenza sulle donne, le leggi per tutelare le donne vittime di violenza in Italia ci sono, ma non sempre vengono applicate nel modo adeguato.
Da febbraio 2011, infatti è stato approvato il Piano Nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, con gli obiettivi di assicurare un livello di informazione adeguato, garantire e implementare una rete tra i Centri antiviolenza, le strutture pubbliche e private ed i territori,  diffondere sempre più la cultura dei diritti della persona e del rispetto tra i generi,  potenziare le forme di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli. Ma tale piano, secondo Manjoo non ha portato a un netto miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.
L’IMPEGNO DI TELEFONO ROSA. Per sostenere l’indipendenza delle donne che decidono di denunciare i compagni violenti, l’associazione ha lanciato una nuova campagna che vede come testimonial Claudia Gerini. Sarà possibile donare due euro tramite sms, che saranno destinati alla formazione di Centri di semiautonomia che consentiranno alle donne una chance nuova per ricostruire la propria individualità.
PER SAPERNE DI PIU’
Il sito di Telefono Rosa

di Claudia Di Perna

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