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di Nico Falco
NAPOLI. Sette campani al giorno muoiono per cirrosi e tumore del fegato, malattie legate, in oltre la metà dei casi, a infezione cronica dovuta al virus dell’epatite C. Un quadro preoccupante, quello della regione che si colloca ai primi posti in Italia e in Europa per la mortalità legata a malattie epatiche e per numero di casi di epatite C. Una situazione che si potrebbe almeno arginare con una maggiore conoscenza della malattia e delle moderne tecniche mediche per combatterla.  E’ questo lo scopo che si prefigge “A Napoli ci vuole fegato”, iniziativa promossa dagli esperti della Federico II e della Seconda Università degli Studi di Napoli, giornata di informazione tenutasi sabato 22 settembre scorso in piazza Dante, con stand e screening gratuiti per tutti i cittadini. Evento che si è fregiato di uno sponsor d’eccezione: Miguel Angel Britos, difensore del Napoli, anche lui in piazza Dante per manifestare il sostegno della Società Sportiva Calcio Napoli all’iniziativa.
GLI ESPERTI. “Prevenzione, diagnosi e tempestività dei trattamenti – commenta in una nota Nicola Caporaso, docente di gastroenterologia all’università Federico II – sono gli obiettivi che ci poniamo per combattere le malattie epatiche. L’attuale standard terapeutico per il trattamento dell’epatite C, basato sulla combinazione di interferone peghilato e rivabirina, permette di raggiungere una completa guarigione nel 50-80% dei pazienti a seconda dei genotipi virali. L’epatite C ha un peso e un costo sociale notevoli, che non possono passare inosservati. Liberare il paziente dal virus significa migliorare la sua qualità di vita e sconfiggere la malattia anche dal punto di vista psicologico ed emotivo”.
Per Giovanni Battista Gaeta, docente di clinica malattie infettive alla Seconda università di Napoli, “purtroppo molte persone non sanno di avere l’epatite C perche’ la malattia non provoca sintomi evidenti per molti anni e può essere scoperta solo praticando esami specifici. L’informazione è fondamentale per riconoscere i primi campanelli d’allarme. Uno dei primi segnali da tenere sotto controllo è il livello di transaminasi nel sangue: se questo livello è alterato si procede ad analisi più approfondite per rilevare la presenza del virus. Se si interviene tempestivamente, con la terapia standard che abbiamo a disposizione oggi, è possibile in molti casi guarire dall’epatite C, eliminando per sempre il virus”.
I PERCORSI. “La giornata in piazza Dante, – spiega Carmelina Loguercio, Ordinario di Gastroenterologia della Sun, – nasce dalla volontà di sensibilizzare i cittadini, in particolare i giovani, a un problema che non può essere ignorato”. Gli esperti, nel corso della giornata, hanno guidato i napoletani attraverso un percorso informativo, realizzato attraverso una serie di stand e di materiali, per spiegare innanzitutto che cos’è il fegato, poi per illustrare le principali malattie e le regole, a cominciare da una corretta alimentazione, per prendersi cura della propria salute epatica. La professoressa Loguercio ha voluto, inoltre, ringraziare l’assessorato regionale all’Agricoltura per la disponibilità dimostrata e il supporto materiale all’iniziativa.

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