MILANO. L’immigrazione vista in prospettiva è ben diversa da quella che vediamo oggi. Nel 2041 in Italia ci saranno 1,6 milioni di stranieri over 65. Oggi sono appena 100mila, ma sono destinati ad aumentare, fino a raggiungere quota tre milioni nel 2060. È quanto emerge dal diciottesimo rapporto Ismu, presentato questa mattina a Milano. “Si profila un fenomeno di ‘invecchiamento importato’, attraverso i flussi migratori netti che avrà conseguenze dirette nel sistema previdenziale”, scrivono i ricercatori. Reggerà la riforma previdenziale varata dal ministro Elsa Fornero? “Nei prossimi decenni si assisterà infatti all’ingresso in età anziana di un crescente numero di soggetti che potranno contare solo su una modesta contribuzione ai fini pensionistici e si troveranno a dipendere da e a gravare sulle risorse di welfare”, si legge nel Rapporto.
I DATI. Che l’immigrazione sia destinata a cambiare lo dimostrano anche i dati sui permessi di soggiorno. I dati dell’ultimo quinquennio mostrano come due terzi dei 252mila cittadini non comunitari entrati in Italia nel 2007 risultano ancora presenti nel 2012 con un valido permesso di soggiorno. Circa il 20per cento di chi è entrato nel 2007 ha rinnovato il soggiorno in una provincia diversa da quella di emissione iniziale. Le province che riescono a trattenere di più gli immigrati sul loro territorio sono: Bolzano (95 per cento), Genova, Aosta e Imperia (90 per cento), Trento (89 per cento), Milano (88 per cento), Roma (87 per cento). Molte province del Sud invece sono solo una porta di passaggio: è il caso di Crotone (che trattiene solo il 32 per cento di coloro che hanno ottenuto il permesso di soggiorno nel 2007), Caltanisetta (46 per cento), Foggia (50 per cento), Potenza (53 per cento) e Trapani (56 per cento).

di m.d.

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