NAPOLI. Una laurea con lode in Scienze Politiche all’Università l’Orientale di Napoli, un corso di alta formazione in “Progettazione per la cooperazione internazionale allo sviluppo” a Bologna e la possibilità di mettere in pratica la teoria appresa sui libri. È la storia di Marcello Vitale, 31 anni, napoletano, da qualche giorno trasferitosi in Perù per una borsa-lavoro messa a disposizione da Cestas, Centro di educazione sanitaria e tecnologie appropriate sanitarie, nato a Bologna nel 1979. “Dopo la laurea nel 2006, ho messo da parte i miei studi – spiega Marcello – e ho seguito la mia passione musicale. Poi mi è scattato qualcosa, ho cercato di completare la mia formazione e ho scelto Bologna per approfondire le tematiche della progettazione europea, un campo a me poco conosciuto. Ho partecipato al master in cooperazione, realizzato dal Cestas in collaborazione con la facoltà di Economia dell’Università di Parma. Conclusa l’esperienza post-universitaria, ho partecipato, e vinto, una borsa lavoro dall’altra parte del mondo. Sarà per me un’esperienza umana e professionale di grande valore qui a Lima”.
L’OBIETTIVO DELLA ONG – La mission della ong Cestas è lottare contro le diseguaglianze e per il rispetto universale dei diritti umani, sulla base di equità, giustizia sociale e solidarietà e creare una “solidarietà partecipata”. Una partecipazione dal basso, capace di coinvolgere il maggior numero di attori sociali e creare un partenariato capace di unire il nord e il sud del mondo.
POLITICHE SOCIALI IN PERU’ – Marcello ha lasciato la sua casa al centro storico di Napoli e si è trasferito in Perù dove, sotto la guida della coordinatrice Josephine Cacciaguerra, collabora con lo staff impegnato nella realizzazione della rete andina di centri di salute materno-infantile. Si fermerà fino a gennaio 2013. Nei centri si presta assistenza sanitaria a donne e bambini, si fa prevenzione nell’ambito della salute sessuale e riproduttiva e si formano operatori sanitari. Il progetto, iniziato nel 1999 e realizzato dal Cestas insieme con la Cooperazione italiana e le autorità locali. mette oggi in rete 22 tra i principali ospedali andini.

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