ROMA. Niente più scorta per Giuseppe Masciari, l’imprenditore calabrese che nel 1997 denunciò le collusioni tra la ‘ndrangheta il mondo della politica. Da allora Masciari e la sua famiglia sono entrati nel programma di protezione testimoni, ma dal 21 dicembre, come si legge in una nota pubblicata sul suo blog, non è possibile garantirgli  il servizio di scorta per mancanza di personale.

LA STORIA. La vicenda di Giuseppe Masciari ha inizio nel 1992 quando, rifiutandosi di cedere alle pressioni e al racket della ‘ndrangheta, denunciò  l’accaduto alle forze dell’ordine, subendo numerose ritorsioni che lo hanno portato nel 1996 al fallimento definitivo della sua ditta edile. Nel 1997 si costituisce parte civile partecipando  ai processi contro la ‘ndrangheta e diventando “il principale testimone di giustizia italiano”, come lo definisce l’allora  procuratore generale antimafia Pier  Luigi Vigna. Nel 2001, con la legge 45/2001, viene istituita la figura del testimone di giustizia che prevede  per Masciari e la sua famiglia un programma di protezione speciale testimoni. Nel febbraio del 2005  la Commissione Centrale del Ministero dell’Interno dichiara concluso il programma di protezione, anche se i processi non sono ancora conclusi. Giuseppe Masciari nel maggio 2006 si reca ugualmente in tribunale nonostante l’assenza di una scorta che gli garantisse protezione. Nel Gennaio 2009, dopo i vari ricorsi effettuati, arriva la sentenza del TAR che dichiara inalienabile il suo diritto alla sicurezza.  Nell’ Aprile 2009, non avendo ricevuto nessuna risposta dalla Commissione Centrale del Ministero dell’Interno riguardo le richieste espresse, Masciari inizia lo sciopero della fame che termina solo dopo un mese grazie all’intervento del Presidente della Repubblica, che da quel momento gli  assegna scorta e tutela adeguata. Questo fino a pochi giorni fa, quando Masciari e la sua famiglia tornati a vivere senza protezione.

di Mirella Soprano

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