di Claudia Di Perna
ROMA. La capacità di ospitalità destinata ai minori del Cspa di Lampedusa (centro di prima accoglienza) non soddisfa minimmeante i criteri richiesti da Save the Children, l’associazione umanitaria che si occupa della tutela dei diritti dei minori in tutto il mondo e che si dice particolarmente preoccupata per le condizioni in cui negli ultimi tre mesi e nel prossimo futuro si troveranno i più piccoli: più di 300 da ottobre a oggi sono stati, infatti, i bambini e i ragazzi che il centro di Lampedusa ha ospitato, con servizi spesso inefficienti e alloggiati in camerate con giacigli di fortuna ottenuti con materassi adagiati sui pavimenti.
EMERGENZA CHIUSA. Dal 28 dicembre 2012, infatti, è stato dichiarato chiuso dalla Protezione Civile lo stato di emergenza umanitaria sul territorio italiano, entrato in vigore negli ultimi mesi del 2012 a causa dell’ingente afflusso di cittadini africani, in arrivo dalla Libia e non solo; ma volgendo uno sguardo allo stato attuale degli eventi, secondo Save the Children il provvedimento pare non tener conto della reale situazione sul territorio, che al contrario si fa testimone del costante arrivo di rifugiati (tra cui molti bambini) dal Nord Africa, a cui oggi, per via dell’interruzione dello stato di emergenza, non può essere usata un’accoglienza dignitosa per via della mancanza di copertura economica.
LE TESTIMONIANZE. Lo scorso dicembre un gruppo di minori eritrei appena approdati a Lampedusa ha scritto una lettera allo Stato italiano e all’Unhcr (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in cui raccontano delle persecuzioni subite e della necessità di scappare dal proprio paese e successivamente anche dalla Libia. Carcere e maltrattamenti per chi dall’Eritrea, deve passare per la Libia e sperare di raggiungere l’Italia; se vengono imprigionati la loro unica speranza è quella di riuscire a scappare. Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia – Europa di Save the Children, in difesa dei ragazzi che giungono in Italia, sostiene:« I minori migranti che arrivano a Lampedusa dalla Libia o dal Nord Africa si lasciano alle spalle esperienze drammatiche e hanno assoluto bisogno di assistenza e protezione. Per tutta risposta li facciamo stare giorni e giorni in un centro di prima accoglienza dove la capienza massima è di 250 persone ma ne sono state ospitate, anche di recente, fino a mille, in condizioni igieniche molto precarie e a stretto contatto con adulti, in situazione di pericolosa promiscuità».
La situazione, inoltre, pare ancora più grave nel caso di minori non accompagnati, poiché tra i compiti del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a cui sono stati conferiti gli oneri dell’accoglienza, non compare alcuna voce sul trasferimento in luoghi sicuri dei ragazzi senza un tutore.

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