NAPOLI. Per combattere la camorra possono essere utili anche dei sottaceti oppure, meglio ancora, un buon piatto di pasta. A dirla così sembra una burla, altro non è che la terza edizione dell’iniziativa “Facciamo un Pacco alla Camorra” presentato presso le sale del Tetro San Carlo. Centinaia di giovani provenienti da tutta la Regione. E poi, a cercare con lo sguardo, qua e là, gli operatori di Libera. I giovani altri. Quelli che hanno scelto di sudare nei campi tolti alla camorra. E poi i volontari, quelli che la Camorra la incontrano ogni giorno nelle loro battaglie di frontiera. Tutti insieme per dimostrare che il domani è ancora possibile.

L’INIZIATIVA – «Con questo progetto – apre Paolo Siani, presidente della Fondazione Polis – vogliamo dimostrare ai cittadini campani che esistono mille modi per contribuire alla lotta per la legalità. Un gesto piccolo che può fare molto». Come?  Acquistando (punti vendita sul sito www.facciamounpaccoallacamorra.com) uno dei seimila pacchi composti da confetture, miele, succhi di frutta, caffè, cioccolato pasta, salse e buon vino, con prezzi che vanno dai 25 sino ai 45 euro. Tutti prodotti coltivati nelle terre confiscate ai clan. «Un modo per dire grazie a chi ha scelto di coltivare quei campi che, voglio sottolineare, hanno passato con successo le certificazioni di qualità». A parlare è Geppino Fiorenza, referente di Libera. A tratti emozionato, aggiunge: «Vedere tanti ragazzi assieme a un parterre istituzionale d’eccezione – dichiara dopo l’intervento – è per me una grande gioia. Il segno che abbiamo fatto tanto e molto ancora possiamo fare».

TANTI SOSTENITORI – In sala ad applaudire anche parlamentari, esponenti della Regione Lazio e i partner del progetto: il comitato Don Peppe Diana, l’assessore Caterina Miraglia della Regione Campania, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il presidente del Consiglio Comunale Raimondo Pasquino che hanno sottolineato l’impegno di Palazzo San Giacomo nel voler assegnare alcuni immobili per iniziative antimafie. In sala anche magistrati come il sostituto procuratore della Dda di Napoli, Antonio Ardituro, che ha sottolineato come sia «necessario in un momento storico come questo affiancare ai risultati conseguiti dalle forze dell’ordine e magistratura un lavoro di prevenzione più efficace».

Francesco Heigel


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