BOLOGNA. Seicentomila euro per il Terzo settore in Emilia-Romagna. Un unico piano per il 2012 per consentire la programmazione e la realizzazione degli interventi. Lo ha deciso la giunta regionale dell’Emilia-Romagna che ha approvato la delibera che si rivolge a cooperative sociali iscritte nell’albo regionale, alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni di promozione sociale anche con il coinvolgimento delle Province. «Vogliamo continuare a sostenere le esperienze del Terzo settore in Emilia-Romagna, anche nell’attuale situazione di cambiamento sociale ed economico e di inevitabile contrazione delle risorse – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi – In questo contesto il Terzo settore sarà come sempre all’altezza di porsi nuove sfide e nuove priorità, come ad esempio riuscire ad avvicinare il mondo giovanile, per favorire il ricambio generazionale e non disperdere le esperienze maturate ma al contrario mettere a sistema questo grande patrimonio, che nel nostro territorio ha contribuito a dare maggiore stabilità al nostro sistema sociale».
I CRITERI. Per quanto riguarda le cooperative sociali, il piano dà priorità a quelle che hanno alle proprie dipendenze lavoratori in condizione di fragilità e svantaggio. Una scelta dettata dall’evidenza che nell’attuale situazione economica e occupazionale queste realtà rappresentano una risorsa insostituibile per le fasce più deboli della popolazione, che già in situazione non di crisi hanno normalmente grandi difficoltà di accesso al mercato del lavoro. Per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale di rilevanza regionale il piano dell’Emilia-Romagna ha scelto di valorizzare soprattutto le azioni di solidarietà, di pubblica utilità e di servizio civico, azioni che possano dare ai ragazzi la possibilità di migliorare le proprie attitudini e allo stesso tempo offrire anche un servizio alla comunità. Un orientamento che tiene conto delle emergenze sociali che segnano le realtà territoriali, non da ultime quelle provocate dal sisma del 20 e 29 maggio. Parte proprio dalla volontà di offrire un’esperienza educativa e di impegno positivo del tempo libero la proposta di servizio civico rivolta a tutti i giovani senza distinzione di titoli e competenze, di sesso o di appartenenza culturale o religiosa, di ceto, di residenza o di cittadinanza. Potranno essere oggetto di finanziamento progetti finalizzati alla sensibilizzazione dei ragazzi – spiegano in Regione – per favorire la partecipazione sociale attiva, ma anche progetti che diffondano buone prassi, nuove modalità di approccio ai problemi e che valorizzino il lavoro di rete e le sinergie fra soggetti diversi. Le domande delle organizzazioni di volontariato dovranno essere trasmesse alla Regione Emilia-Romagna entro il 16 ottobre tramite i Centri di servizio per il volontariato. I progetti delle associazioni di Promozione sociale dovranno pervenire invece entro il 30 settembre .

di D.D.

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