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NAPOLI. Inaugurate al Rione Sanità le “aule della legalità” presso l’istituto comprensivo“Russo-Montale-Froebeliano” di vico Santa Margherita a Fonseca. Insieme al sindaco Luigi De Magistris al taglio del nastro per le aule intitolate a Giancarlo Siani, Attilio Romanò, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono intervenuti il giudice Raffaele Cantone, l’assessore comunale alla Scuola Annamaria Palmieri, il presidente della municipalità di Stella San Carlo all’Arena Giuliana Di Sarno e Maria Romanò, sorella di Attilio, vittima della faida di Scampia. Ad accogliere il sindaco la preside Daniela Salzano, che ha illustrato i risultati del Pon C3 per la legalità realizzato con Grazia Pucci di Libera. «I bambini – ha detto – hanno lavorato sulla storia di alcune vittime di camorra e quest’anno il nuovo laboratorio partirà con quella di Giancarlo Siani».
LA TARGA. A scoprire la targa dedicata al giornalista ucciso De Magistris: «La scuola deve preservare la memoria. Avevo 18 anni quando Siani fu ucciso. Mi ero appena diplomato e lui aveva avuto solo il “torto” di raccontare fatti scomodi guadagnando pochi spiccioli. Chi è vittima di camorra è sempre innocente. Importante è raccontare le storie di questi innocenti morti per errore per contrastare le mafie. Il compito di istituzioni, magistrati e giornalisti è offrire l’alternativa». Cantone ha sottolineato «l’importanza della memoria per “scrivere” sulle coscienze dei ragazzi e lasciare loro messaggi subliminali che si colleghino a vicende drammatiche. È il caso di Siani, che faceva il suo lavoro senza avere uno stipendio e occupandosi di quella stessa camorra che lo ha ammazzato. Ma anche di Attilio Romanò, che non aveva nulla a che fare con la malavita e che ha pagato con la vita uno scambio di persona. La camorra è un problemi di tutti. Perciò non dobbiamo dimenticare». «La scuola è anzitutto presidio di cittadinanza attiva – ha detto Palmieri -. Non c’è luogo che si imprima di più nella memoria. Gli stessi nomi dati a queste aule lo dimostrano. Ecco perché siamo qui a ricordare il sacrificio di quelle persone». Un segnale forte è giunto in particolare dalla terza municipalità: «Stiamo facendo in modo che questo cancro chiamato camorra venga sconfitto – ha spiegato il presidente Di Sarno -. Ecco perché dedicheremo gli alberi di mandorlo alle vittime innocenti su tutto il territorio come simbolo di lotta all’illegalità».
di Mirko Dioneo