ROMA. “AAA cerchiamo malati terminali per ruolo da attore protagonista”. E’ in rete lo spot-pro Eutanasia creato dall’associazione Exit international, bloccato dall’autorità per le Comunicazioni australiane e ora rilanciato in Italia dall’Associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale. La versione italiana dello spot è stata presentata in una conferenza stampa alla quale ha partecipato, assieme a Mina Welby e al Segretario dell’Associazione “Luca Coscioni” Marco Cappato, anche Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia. L’emittente lombarda ha infatti preannunciato, prima televisione in Italia, la trasmissione dello spot. La programmazione della pubblicità a favore della legalizzazione dell’eutanasia, oltre che su Telelombardia, si allargherà ad altre emittenti locali e nazionali nella misura in cui saranno stati raccolti i fondi: per ciascun euro di versamenti da parte degli utenti internet nelle prossime settimane, l’Associazione Luca Coscioni si impegna a investire un altro euro nella programmazione, raddoppiando così l’impatto pubblicitario.

Exit Choice – versione italiana from Radio Radicale on Vimeo.
LA CAMPAGNA. Secondo Carlo Troilo, membro di giunta dell’associazione “Luca Coscioni”, e autore del libro “Liberi di morire”, «lo spot della Associazione è solo l’inizio di una campagna in favore della eutanasia che intendiamo portare avanti  nei prossimi mesi,  fino a giungere alla presentazione di  una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della “morte dignitosa”.  Ci sembra la strada giusta da seguire perché gli italiani – come hanno dimostrato in questi ultimi anni innumerevoli sondaggi – sono favorevoli in larga maggioranza alla eutanasia. Con queste iniziative- conclude Troilo-  vogliamo costringere i partiti a dire con chiarezza quali sono le loro proposte su questo e sugli altri temi (unioni civili, legge 40, obiezione di coscienza dei ginecologi contro l’aborto, disabilità) inerenti i diritti civili. Un campo in cui l’Italia è il fanalino di coda rispetto a tutti gli altri paesi europei comparabili al nostro».

di Walter Medolla

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