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di Stefania Melucci
NAPOLI. Farina, acqua e lievito. E ancora pomodori, mozzarella e basilico. Anche in carcere si può imparare a fare la classica pizza napoletana, quella conosciuta ed esportata in tutto il mondo. Nella casa circondariale di Pozzuoli, sotto il coordinamento di Adriana Intilla, il trio delle meraviglie dei pizzaioli napoletani – Enzo Coccia, Gino Sorbillo e Attilio Bachetti – hanno accompagnato dieci detenute nel loro percorso di formazione, dall’impasto alla cottura della pizza. «Qual è stata la cosa più emozionante? – spiega Enzo Coccia, docente pizzaiolo – Vederle sorridere e assaggiare una specialità che non mangiavano da tempo». «Possono portare quest’arte fuori – aggiunge Gino Sorbillo – e avere ulteriori agevolazioni nel mondo del lavoro, perché la pizza si fa sempre e si farà sempre, in ogni angolo del mondo». 

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