di Stefania Melucci
CANNES – L’Italia vince il “Grand Prix” a Cannes con “Reality” di Matteo Garrone. In scena, come attore protagonista, c’è Aniello Arena, ergastolano detenuto nel carcere di Volterra dal 2001 che ha già scontato vent’anni per la strage di Barra del 1991. Non ha festeggiato sul tappeto rosso della Croisette, ma con un permesso premio è stato in famiglia. Il regista e l’attore si sono complimentati a distanza, via telefono. Attore detenuto della Compagnia della Fortezza del carcere di Volterra, Arena è stato scoperto da Garrone grazie agli spettacoli diretti da Armando Punzo a “Volterra teatro d’estate” nel penitenziario. In un’intervista rilasciata pochi giorni fa a Isoradio Aniello aveva confessato: «Sono arrivato nel carcere di Volterra nel ’99 – ha raccontato -. Ho sentito parlare di un teatro, per me erano le solite commedie napoletane. Sono andato per curiosità, mi aspettavo le solite commedie di Eduardo, poi ho visto che era tutta un’altra cosa».
ATTORE- ERGASTOLANO – Il regista lo voleva anche in Gomorra, ma il magistrato non ha dato il permesso per girare. Nell’ultima pellicola di Garrone “Reality”, unico film italiano in concorso a Cannes, Arena interpreta Luciano, un pescivendolo napoletano che dopo aver effettuato un provino per il Grande Fratello crede di essere osservato, aspettando la “chiamata” per entrare nella casa. Un premio a sorpresa, arrivato quattro anni dopo la vittoria di “Gomorra”. «E’ festa per tutti quelli che hanno fatto il film – ha spiegato Garrone – Il cinema è un’arte collettiva, condivido il premio con tutto il cast, i tecnici, i produttori. Tutti coloro che hanno partecipato con me al film, è una squadra, una bella squadra».