FIRENZE.  «Per favore, abbiate la coscienza di prendere la cosa sul serio, non siamo numeri da macello ma ci sentiamo esseri umani». Si conclude così uno degli appelli rivolti dai detenuti di Sollicciano al ministro della giustizia Paola Severino. Bruciano ancora, tra i reclusi dell’istituto penitenziario fiorentino, i due suicidi avvenuti dall’inizio dell’anno. «Negli istituti di pena si muore – hanno spiegato i detenuti al ministro – Le condizioni vergognose e disumane che ognuno deve affrontare sono per molti croci troppo pese da portare. Quando si arriva a tanto ci si deve chiedere il perché. Tutti voi dovete riflettere sulle ragioni, magari quelle persone avevano bisogno di un’attenzione maggiore,  di applicargli pene alternative o poterle far andare in strutture più idonee. Quando in un posto di muore, si sta male, si lotta per non impazzire, lo Stato e chi lo rappresenta devono assumersi le responsabilità di essere arrivati a un punto di non ritorno. Tocca però a voi dimostrare il contrario, senza però i soliti discorsi che si sciolgono come neve al sole».
QUI BOLZANO. Una cinquantina di detenuti, intanto hanno messo in atto lunedì pomeriggio una rivolta al carcere di Bolzano. La situazione e’ tornata sotto controllo nel giro di qualche ora e non ci sono stati feriti. I detenuti avevano preso il controllo di un intero piano della casa circondariale di via Dante. Durante la rivolta c’e’ stato anche un principio di incendio, molto probabilmente di origine dolosa. Carabinieri, polizia e guardia di finanza hanno circondato l’intero edificio. Il carcere di Bolzano e’ sovraffollato e da tempo la Provincia si sta muovendo per realizzare una nuova struttura nei pressi dell’aeroporto
QUI GENOVA. Un caso di Tbcm invece, si è verificato tra i detenuti del carcere di Marassi. Lo denuncia il segretario generale della Uil Penitenziari, Eugenio Sarno, secondo cui non sono state attivate le operazioni di profilassi. «E’ dell’ultima ora – scrive Sarno in una nota – la notizia di un detenuto ristretto a genova marassi affetto da tbc senza che cio’ abbia dato seguito all’isolamento dello stesso o abbia fatto scattare le operazioni di profilassi”. Una vicenda, aggiunge, che ha destato ”notevoli preoccupazioni sul rischio di contagio per il personale operante e il silenzio e il riservo osservato dai vertici del carcere genovese non aiutano a recuperare serenità»
per saperne di più:
http://www.polpenuil.it/

di Francesco Gravetti

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