REGGIO CALABRIA. «L’approvvigionamento diventa più facile se ci si assicura che ai produttori agricoli vengano corrisposti per le arance almeno 15 centesimi di euro al chilo, per permettere la copertura dei costi e la giusta remunerazione del lavoro». E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni di alcune multinazionali  sulle difficoltà di acquistare le arance per il succo in Italia dagli agrumicoltori della Piana di Rosarno-Gioia Tauro. «Per una aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro, agli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – vengono riconosciuti oggi solo 3 centesimi per le arance contenute mentre basterebbe pagarle qualche centesimo in più ed aumentare di alcuni punti percentuali oltre il 12 per cento il succo di agrumi nelle bibite per rendere più sostenibile la produzione per gli agricoltori ed i consumatori». Secondo la legge 286 del 1961, infatti, le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che contengano almeno il 12 per cento di succo di agrumi. Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12 per cento corrisponderebbe all’utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance pari a circa 560 ettari di agrumeto. «Quindi- prosegue Coldiretti- pagando le arance a 15 centesimi/chilo in un litro di aranciata ci sarebbero 6 centesimi di arance con la possibilità di remunerare adeguatamente il prodotto e il lavoro per ottenerlo». L’aumento del succo contenuto nelle aranciate avrebbe anche positivi effetti per la salute con un aumento del consumo di frutta in Italia dove circa un milione di persone, secondo dati Coldiretti/Censis, non mangiano mai frutta.

di Davide Domella

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