ROMA. Ha superato i dubbi contenuti nel manuale dei disturbi mentali dell’Associaizione Americana degli scienziati ma non ancora quelli che permangono nelle diverse culture, soprattutto quella cattolica, eppure la “pillola  contro il lutto” potrebbe essere un’opportunità.  Si chiama Wellbutrin e dovrebbe cancellare i sintomi della depressione che può colpirci dopo la perdita di una persona cara.  Il medicinale è venduto pure in Italia ma è negli Stati Uniti che l’azienda produttrice, la Big Pharma, conta di vendere decisamente di più. Si tratta, in sostanza, di un antidepressivo e il giro di denaro per curare questo disturbo negli Usa è di circa 15 miliardi di dollari. Tuttavia, soprattutto in Italia, il dibattito resta acceso. La prospettiva di un farmaco che possa curare finanche il naturale dolore dell’essere umano per un lutto investe tutto il sistema sociale. Hanno ancora ragione di esistere i rituali che ogni cultura possiede per rendere meno traumatico il distacco? Funerali, rinfresco con i parenti, dispersione delle ceneri? Come ogni novità che interviene a modificare abitudini millenarie, anche la pillola contro il lutto sarà a lungo al centro di nuove polemiche . di Mir D’Amb.

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