ROMA. Sono state oltre 2mila le pratiche seguite dai volontari dell’associazione Avvocati di strada nel 2011. Un numero in aumento rispetto al 2010 soprattutto a causa della “crisi economica che ha indebolito ulteriormente la categorie più fragili e ne ha create di nuove”. Sul totale la maggior parte delle pratiche riguarda i cittadini stranieri (1392 pari al 59% del totale). Ma gli italiani assistiti sono in aumento, sono stati 732 (31%) nel 2011 mentre 236 sono i cittadini comunitari (10%). Rispetto al 2010 è cresciuto anche il numero delle donne che chiedono aiuto agli avvocati di strada: nel 2010 gli uomini erano 1.566 (71%) e le donne 645 (29%) mentre nel 2011 gli uomini sono 1581 (67%) e le donne 779 (33%%). Le pratiche riguardano soprattutto questioni di carattere amministrativo (1.191 pari al 50% del totale): in particolare cartelle esattoriali per mancato pagamento di imposte, tasse e contributi e procedimenti amministrativi per reati legati agli stupefacenti. Per i migranti i casi sono legati soprattutto al permesso di soggiorno, decreti di espulsione, ricongiungimenti familiari e la richiesta di cittadinanza. Il 35% dei casi riguarda invece pratiche di diritto civile: diritto alla residenza, licenziamenti, separazioni e divorzi, patria potestà dei figli minori. Infine il 15% del totale ha a che fare con questioni di tipo penale. I dati sono stati resi noti da Andrea Piquè di Avvocati di strada nel corso della presentazione a Roma della Notte dei senza fissa dimora, che si terrà il 17 ottobre. Secondo Piquè i nuovi poveri sono soprattutto italiani. «Sono sempre di più – spiega- quelli che vivono in strada. E che si rivolgono alla nostra associazione per diversi motivi: dalla pensione alla richiesta di una casa popolare o perché sono stati licenziati». «Spesso chi vive in strada è vittima di aggressioni e rapine – conclude Piquè – ma per la sua condizione di senza dimora è reticente a denunciare. Noi i spingiamo sempre a farlo e a rivendicare i propri diritti».

di  Sofia Curcio

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