ROMA – Italiani attaccati alla bottiglia, soprattutto al nord. È la fotografia scattata dall’Istat sui consumi di alcolici nel nostro Paese. Nel mese che celebra la prevenzione alcologica, preoccupano i dati che ci raccontano di un’Italia divisa tra vino, birra e superalcolici dove cresce, con una certa preoccupazione, il numero dei giovanissimi che si accostano al bicchiere. Sarà per moda o per sentirsi più grandi, fatto sta che i comportamenti a rischio nel consumo di alcol riguardano oltre 8 milioni di ragazzi tra gli 11 e i 15 anni, ovvero il 16% della popolazione nazionale superiore agli 11 anni.

 IL “BINGE DRINKING” – Il fenomeno, molto diffuso, si chiama “binge drinking”, e si traduce “ubriacarsi”, o meglio bere a più non posso prevedendo il consumo di bevande alcoliche, anche diverse, assunte in rapida successione, in modo da produrre ubriachezza in tempi molto stretti. Altro dato riguarda le abitudini tra le mura domestiche con genitori che influenzerebbero il comportamento dei figli: è potenzialmente a rischio il 19,7% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore consuma in maniera non moderata alcolici e superalcolici.

 AL SUD SI BEVE DI MENO – Analizzando i comportamenti a rischio e mettendo a confronto le regioni, in quelle centrali e meridionali il dato è inferiore alla media nazionale, mentre in alcune regioni come Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Toscana si hanno quote di popolazione a rischio sopra la media. «Considerando la componente del consumo giornaliero non moderato, la mappa territoriale del rischio è del tutto analoga a quella dell’insieme dei comportamenti a rischio, mentre esaminando il “binge drinking“ si osserva una concentrazione soprattutto in Valle d’Aosta, Trentino- Alto Adige, Sardegna, Molise, Abruzzo, Veneto e Friuli-Venezia Giulia ». Un altro dato rilevante proviene dal consumo di alcolici da parte delle persone superiore ai 65 anni: «La popolazione più a rischio di consumo non moderato – si legge dai dati Istat – è quella anziana: si tratta di 2 milioni e 915 mila persone di 65 anni e più (il 42,9% dei maschi e il 10,7% delle femmine), i quali consumano alcol quotidianamente eccedendo le raccomandazioni, spesso mantenendo comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute dovuti all’avanzare dell’età ». Un ultimo dato ci parla del consumo sul lungo termine, infatti, se negli ultimi 10 anni la percentuale di persone di 14 anni e più che bevono alcolici era stabile intorno al 70%, nel 2010 è scesa al 67,6%, soprattutto per il calo dei consumatori occasionali (dal 42,5% del 2009 al 40,5% del 2010). Un dato incoraggiante nella speranza che il consumo scenda ulteriormente e metta fine all’ennesima dipendenza dei giorni nostri.

di Walter Medolla

PER SAPERNE DI PIU’  

ANSA –  HAPPY HOUR:  A RISCHIO GLI OVER 65 http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/saluteebenessere/2012/04/06/visualizza_new.html_162414169.html

 

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