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2022, ennesimo annus horribilis del clima

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Come i precedenti, anche il 2022 è stato un anno che ricorderemo per la violenza dei disastri climatici. Gli eventi estremi hanno interessato più di due terzi delle Nazioni del Pianeta, confermando il trend in costante crescita, in termini di frequenza e intensità, dei fenomeni. Anche durante l’anno appena trascorso, la natura ha continuato a manifestare gli effetti dell’impatto dell’uomo sull’ecosistema, con le modalità ormai note negli ultimi due decenni. Un ricco carnet di calamità naturali che va dalla siccità alle inondazioni, dai cicloni alle tempeste di neve. Particolarmente devastanti sono stati gli effetti del cambiamento climatico in Pakistan, dove, ad agosto scorso, un terzo del territorio nazionale è stato sommerso dall’acqua. L’ alluvione è stato fatale per 1739 persone e 12867 ne hanno pagato fisicamente le conseguenze, ma i numeri, già impietosi, degli effetti dell’inondazione sono in realtà molto più ampi: quasi 900000 case e 700000 ettari di coltivazioni sono stati distrutti e più di 2 milioni di persone sono rimaste senza un tetto e senza un lavoro. I monsoni, che nel 2022 si sono presentati con intensità tripla rispetto alla media, hanno causato una scia di fame e povertà che, secondo molte organizzazioni umanitarie, non si dissiperà tanto presto. Secondo il rapporto “Weather, Climate and Catastrophe Insight 2023 di AON, primo gruppo nel mondo e in Italia nella consulenza dei rischi e delle risorse umane nell’intermediazione assicurativa, il disastro del Pakistan, costato quasi 15 miliardi di dollari, sfiora soltanto il podio della tragica classifica delle conseguenze economiche del riscaldamento globale. In totale, nel solo 2022, il cambiamento climatico è costato 313 miliardi di dollari, il 4% in più della media degli ultimi 20 anni. Se guardiamo la classifica globale, si aggiudica il primo posto l’uragano di categoria 4 “Ian” che, il passato autunno, ha interessato Stati Uniti e Cuba, causando 107 morti e 100 miliardi di danni. Segue al secondo posto la siccità che ha colpito l’Europa la scorsa estate, considerata dagli esperti la peggiore degli ultimi 500 anni. Le ondate di caldo anomalo hanno causato la morte di 16000 persone e fatto contare danni per 22 miliardi di dollari. Si contendono il terzo posto con il Pakistan gli Stati Uniti, che hanno subito danni per più di 15 miliardi di dollari, a seguito delle ondate di calore e della siccità di inizio estate. Sono in totale 29 i disastri climatici degni di nota a livello mondiale. Tra questi, le ondate di calore in Cina, le peggiori della storia, nel Sahel, in Nigeria e nel Corno d’Africa e le inondazioni nel versante orientale dell’Australia, continuamente raggiunto da precipitazioni eccezionali, con oltre 2300 mm di pioggia caduti in 9 mesi e mezzo nella sola Sydney; vasti e anomali eventi di fusione tardivi dei ghiacci in Groenlandia, causati da un settembre eccessivamente mite, sono da annoverarsi tra i disastri più gravi dell’intero anno, anche se economicamente poco significativi.

Nel 2022, il cambiamento climatico si è fatto percepire in maniera più decisa anche in Italia: gli eventi climatici estremi sono stati il 55% in più rispetto al 2021. Percentuali che crescono unitamente anche alla percezione della preoccupazione della popolazione sugli scenari climatici futuri.

di Valerio Orfeo

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