Gruppi di attivisti di Ultima Generazione, accompagnati da delegazioni di Scientist Rebellion, Parents for Future, Amnesty International e Legambiente, hanno manifestato alle porte della Santa sede, a supporto degli attivisti coinvolti nell’azione di protesta non violenta che ha interessato i Musei vaticani. I due attivisti di Ultima Generazione, finiti alla sbarra del Tribunale vaticano, sono imputati di danneggiamento aggravato per essersi incollati al basamento della statua del Laocoonte. L’ennesima eclatante richiesta di attenzione al collasso climatico in corso, lanciata all’intero mondo civile, al governo, al mondo dell’informazione e, non per ultima, alla chiesa. Per contribuire a raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni climalteranti, secondo quanto sancito dai trattati internazionali a cui anche l’Italia ha aderito, i membri di Ultima Generazione avanzano una richiesta ben precisa al governo: eliminare le sovvenzioni pubbliche ai combustibili fossili.
Uno dei due attivisti a processo, Guido, 62 anni, nonno, ha dichiarato ai magistrati: “Abbiamo scelto Laocoonte perché cercò di avvertire i concittadini di Troia della sventura che stava per capitare e non fu ascoltato. Anche noi vogliamo fare aprire gli occhi, ma il mondo non capisce che se non si cambia rotta si va verso la catastrofe”.
A meno di ulteriori rinvii o intercessioni papali, bisognerà attendere il 12 giugno per la sentenza.

di Valerio Orfeo

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