Già il nome, Periferia Giovane, rende l’idea del progetto di inclusione (della durata di 18 mesi) sociale volto a offrire opportunità formative e creative per 100 giovani dell’ottava Municipalità di Napoli. Sviluppato dal fotografo Pino Miraglia e dalla cooperativa sociale La Gioiosa, è stato coofinanziato dalla Presidenza del Consiglio. Le attività comprendono l’utilizzo di nuove tecnologie e iniziative che possano sviluppare la creatività e l’espressività attraverso i linguaggi giovanili della cultura urbana. Allo stesso tempo si vuole creare aggregazione e integrazione sul territorio in connessione con le istituzioni locali e con le due scuole partners: Galileo Ferraris e Aganoor Marconi. I partecipanti potranno seguire gratuitamente corsi di fotografia e informatica; laboratori di hip-hop; promozione e comprensione della cittadinanza europea; percorsi di approfondimento sociale attraverso cinema e teatro. Previsti inoltre eventi all’aperto per la cittadinanza.

A fine maggio, nella sede de La Gioiosa, partiranno i quattro laboratori di hip hop, per utenti dai 14 ai 35 anni, dedicati a break, writing, djing, rap e canto con docenti esperti come Dj Uncino, Donix, ‘O Iank, Oyoshe, Kali, Buio, El-D. Si aggiungeranno incontri con guest d’eccezione tra cui Lucariello, Shaone, Speaker Cenzou e Rossella Essence. A seguire i corsi di informatica con Gianluca Buonamassa, di fotografia diretto da Pino Miraglia con lezioni speciali di Sergio Siano, Alessio Paduano e Lucia Patalano. Alla fine i ragazzi contribuiranno alla realizzazione di un libro e un cd musicale che racconterà l’intera esperienza. «Periferia Giovane è una manciata di semi buoni – dice Miraglia – al momento piccole opportunità date ai giovani di questo territorio che si sommano ad altre, ma che serviranno a comprendere le possibilità espressive di ognuno di noi e usarle in futuro. Non devo diventare necessariamente un fotografo, ma posso imparare a leggere un’immagine sotto la luce giusta; non diventerò un rapper di successo, ma almeno conosco gli strumenti per far sentire la mia voce. Questo il senso. Il progetto prevede di fare rete con il territorio e le realtà scolastiche, in modo da veicolare pratiche sociali utili e univoche».

di Giuliana Covella