Si chiamano “Passeggiate di Comunità” e, da un’idea della onlus Maestri di Strada, nascono nell’ambito di “Comuni–CARE”, un progetto di attivazione della comunità educante e di cura a sostegno della crescita dei giovani e della loro partecipazione attiva alla cittadinanza.

La “passeggiata” ha coinvolto, tra gli altri, giovani studenti del Liceo Genovesi, le piccole studentesse dell’IC Porchiano Bordiga di Ponticelli, atelieriste del lavoratorio di Arti Visive di Maestri di Strada e giovani stranieri di origine pakistana e indiana che, per la prima volta, grazie a questa iniziativa, hanno potuto esercitare l’uso della lingua insieme a loro coetanei. Destinazione Museo Madre di Napoli.

«Un desiderio e una necessità condivisa quella di rendere sempre meno pesante e frustrante la vita scolastica e di relazione dei giovani, ridisegnando il loro rapporto con la scuola, i docenti, le istituzioni, i luoghi, mantenendo sempre e comunque il necessario distanziamento fisico e nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, che si traduce nelle “Passeggiate di Comunità”», spiega Silvia Mastrorillo, coordinatrice del progetto Comuni-Care – “Scuola di Comunità”, finanziato dalla Regione Campania, che ha come obiettivo ambizioso la costruzione di legami tra centro e periferia della città, tra generazioni e culture. 

In particolare, nell’ambito del PTCO (ex Alternanza scuola lavoro) giovani studenti del Liceo Genovesi hanno preso parte a un percorso formativo come “peer educator”, preparandosi all’incontro con i bambini della scuola primaria dell’IC Porchiano Bordiga e con loro coetanei di origine straniera, inseriti in percorsi di alfabetizzazione e insegnamento della lingua italiana presso il CPIA NAPOLI 2 e grazie al supporto degli operatori della Cooperativa sociale Dedalus. 

Nelle giornate precedenti l’incontro gli studenti del Liceo Genovesi si sono preparati a essere guida per i bambini e giovani di origine straniera, che per la prima volta avrebbero esplorato il centro città. I giovani hanno quindi studiato le opere proponendone una loro risignificazione e le hanno raccolte in un Portfolio Digitale; hanno inoltre ideato dei giochi di conoscenza per accogliere i gruppi che si sono incontrati per la prima volta e hanno realizzato un taccuino, donato poi ai bambini e ai giovani di origine straniera per appuntare simboli e curiosità durante l’esplorazione.

«Fondamentale è stato il supporto di quegli insegnanti che hanno ritenuto indispensabile creare delle opportunità di incontro tra tutti gli studenti, non ritenendo questa iniziativa accessoria rispetto all’attività didattica tradizionale, ma parte integrate del percorso formativo delle giovani persone che, a maggior ragione in questo momento, necessitano di riappropriarsi di spazi di condivisione e socializzazione, per contrastare sentimenti depressivi e di isolamento», continua Silvia Mastrorillo.

È stato quindi possibile costruire un percorso di didattica integrata tra DAD e attività in presenza, tra scuola e territorio, una didattica itinerante il cui file rouge è l’arte, quella dei musei a cielo aperto come i Quartieri Spagnoli, dove è stato svolta la prima passeggiata, e quella ospitata nei palazzi della cultura che si fanno scuola, aule spaziose e belle dove fare scuola di comunità, anche in un momento in cui proprio il mondo della cultura ha subito un grande arresto.

Il prossimo appuntamento? Tra due settimane, con il “museo di strada”, alla scoperta delle opere murarie disseminate tra i vicoletti dell’antico quartiere Sanità.

di Luca Leva