NAPOLI – Nel cuore di Napoli a via Supportico Lopez 8 tra la biancheria sventolante dai balconi, le voci dei mercanti della zona Vergini si entra in un portoncino buio, dopo una serie di scalinate piccole si spalanca agli occhi una realtà luminosa e colorata, ragazzi di varie etnie che sentirli parlare con accento napoletano quando salutano diventa una melodia, ragazzi che si ritrovano in questo luogo per studiare e non perdersi nelle tante distrazioni della vita.
Qui il recupero scolastico soprattutto in aiuto alle fasce deboli è iniziato nel 1991 accogliendo allora i bambini del quartiere che salivano incuriositi, poiché la struttura ospitava gli universitari. Quest’ultimi hanno iniziato con semplicità ad aiutare i bambini quando chiedevano una mano per i compiti, ma in seguito questa domanda è diventata sempre più in aumento e bisognava dare una risposta con interventi professionali , così si fondò il C.D.S. (Centro di Solidarietà) che si occupava della fascia scolastica dai sette ai tredici anni. Da circa tre o quattro anni si verifica un rifiuto della scuola ed una difficoltà a terminare la terza media, questo campanello d’allarme ha fatto in modo che molti assistenti sociali oggi chiedono una soluzione cucita a misura sul ragazzo come accade nella scuola così definita “parentale”. In Italia è un sistema non utilizzato, ma comunque permesso dalla legge. Portofranco è nato nel 2005 dalla necessità di aiutare i ragazzi dell’età 14/16 anni più a rischio per abbandono scolastico. La struttura è operativa tre volte alla settimana dalle ore 14,00 alle ore 20,00 accogliendo circa settanta ragazzi. I volontari che seguono i ragazzi sono professori ed universitari di varia estrazione culturale e politica. La struttura si sostiene con autofinanziamenti e poi con eventi raccolta fondi.

di Rosamaria De Rosa