NAPOLI – « Oggi il contrasto, domani l’azzeramento»: è questo l’obiettivo del «Patto per la Terra dei fuochi», protocollo sottoscritto a Napoli. Il protocollo prevede un sistema di iniziative concrete rivolte a contrastare il fenomeno dei roghi tossici nelle zone tra le province di Napoli e Caserta. Le Prefetture di entrambe le città svilupperanno un piano di intervento teso a orientare le attività, attuare, sulla base della suddivisione del territorio in aree omogenee, controlli delle attività produttive (rivenditori di gomme, officine, laboratori tessili) che forniscono – si legge nel testo del documento – «materia prima per gli incendi». La Regione Campania mette in campo 5 milioni di euro a valere sui fondi Fas che diventano immediatamente disponibili per le iniziative di contrasto e governo del fenomeno.
VIABILITA’ SOTTO STRETTO CONTROLLO – Attraverso dei bandi i fondi saranno poi trasferiti ai Comuni che dovranno dotarsi di un regolamento che assimili i rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani. L’Anas, la Regione, le Province effettueranno anche il monitoraggio della viabilità di competenza per individuare le presenza di eventuali cumuli di rifiuti. Viene reso operativo Prometeo – il portale del Patto – che consente un’informazione costante e aggiornata sulle azioni di contrasto e governo del fenomeno dei roghi di rifiuti e favorisce forme di collaborazione attiva e partecipazione da parte delle associazioni e dei cittadini.
SOTTOSEGRETARIO BOCCI – «Il protocollo chiude la fase delle omissioni, perchè vedere, sapere e non denunciare è grave come abusare delle nostre terre. Oggi archiviamo le omissioni», ha detto il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci. «Il protocollo – ha affermato – è un punto di partenza e un esempio di buona politica». «Il patto – ha concluso – risponde al principio di sussidiarietà non solo verticale, tra istituzioni dello Stato, ma anche orizzontale, delle istituzioni e dei cittadini che si organizzano».
SEPE – «Chi commette questi delitti fa un peccato grave». Per il cardinale Crescenzio Sepe inquinare la terra e «attentare alla salute delle persone, delle mamme, dei bambini che stanno per nascere, alla salute di chi mangia perchè questi prodotti sono frutto di veleni nascosti è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio». L’arcivescovo di Napoli ha aggiunto che «la Chiesa ha più volte fatto sentire la sua voce. Laddove l’uomo è offeso, umiliato, danneggiato in una maniera così grave, la Chiesa non può stare zitta perchè è in gioco la dignità dell’uomo, e quindi di quel Dio che ha creato l’uomo non per essere avvelenato, ma per vivere una vita di dignità».
DON PATRICIELLO – Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano: «Sul nostro altare io ho messo i pomodori raccolti in questo campo, bellissimi da vedere, rosso fuoco, ma terribilmente avvelenati – ha affermato – Per quanto tempo le nostre mamme hanno comprato questi pomodori e i nostri bambini li hanno mangiati?». «Servono altre armi – ha affermato – Bisogna impedire a questi rifiuti di entrare in Campania, tracciarli». Don Patriciello ha sottolineato che esiste «un problema che non si vuole affrontare relativo ai rifiuti tossici industriali: quello delle mille fabbrichette di pellami e tessuti che lavorano in regime di evasione fiscale». «Ora, se una fabbrica lavora in nero come fa a smaltire in maniera legale? – ha affermato – È inutile che ci prendiamo in giro». Il prete di Caivano, dopo essere stato a Bruxelles, ha fatto sapere di voler esporre il problema dei roghi di rifiuti tossici anche al Papa. «Non sono le immondizie della nonna a mandare a morte i nostri bambini – ha aggiunto – ma quelli industriali che ancora arrivano in Campania». «Le immondizie non hanno fascino su di me, ma quando è per l’immondizia che i bambini muoiono, non posso più fingere di non vedere – ha concluso – Per noi immondizia vuol dire morte».
ASSESSORE ROMANO – L’assessore regionale all’Ambiente, in merito al piano per i rifiuti speciali, sottolinea che «per quanto mi riguarda è stato chiuso un anno fa, le Commissioni consiliari lo hanno esaminato in maniera attenta». Sul versante dei rifiuti speciali, Romano ha ribadito che «servirebbe un sistema normativo che limitasse quella che oggi è considerata la loro libera circolazione». «Di questo stiamo già parlando con il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando – ha fatto sapere – che sotto questo punto di vista particolarmente attento a un report che noi abbiamo presentato». «La settimana prossima ci sarà un incontro tra Regione e ministero – ha aggiunto – e la volontà è quella di evidenziare il caso particolare della Campania e arrivare a una sorta di moratoria che ci consente di limitare l’afflusso di rifiuti speciali che oggi liberamente arrivano e che in parte sono all’origine del problema».

di Redazione Online (napoli.corriere.it)

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