ROMA- «Consideriamo gravissimo il fatto che, in occasione degli ultimi sbarchi sulle coste delle province di Agrigento e Siracusa, le Questure abbiano negato l’accesso agli operatori di Save the Children». Questo il commento di Raffaela Milano, direttore programma Italia Europa di Save the Children. I migranti in arrivo sono stati immediatamente rimpatriati- continua- senza che si sia potuto accertare la presenza, tra le persone respinte, di minori soli e di altri soggetti vulnerabili». Save the Children opera alle frontiere, con UNHCR, OIM, Croce Rossa Italiana, nell’ambito del progetto Praesidium promosso dal ministero dell’Interno con l’ intento di entrare in contatto con migranti, mediatori culturali e operatori legali affinché si possa contribuire all’individuazione di minori soli e per tutelare i loro diritti.
MANCANZA DI PIANI- Negli ultimi giorni è aumentato il numero di migranti in arrivo in Italia. In particolare la scorsa notte  a Lampedusa sono giunti 260 migranti dalla Libia in tre sbarchi, tra i quali sei donne, una incinta, e 21 presunti minori. Tutte persone di nazionalità diverse, quali Gambia, Mali, Somalia, Eritrea, Etiopia, Nigeria. Nei giorni scorsi altri sbarchi hanno interessato sempre le coste siciliane. «Stiamo per affrontare l’arrivo della stagione estiva- dichiara la Milano- senza un piano chiaro e definito per l’accoglienza dei minori da garantire, con risorse certe, sull’intero territorio nazionale, un piano indispensabile per scongiurare il ripetersi delle tragiche situazioni già vissute in occasione della crisi del Nord Africa. Facciamo appello a tutte le istituzioni coinvolte affinché si intervenga per tempo, senza doversi trovare a gestire l’ennesima emergenza»

 di Sabrina Rufolo

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