ROMA- Giovedì mattina è passato, senza modifiche, al Senato il decreto sull’Ilva. I «sì» sono stati 206, 19 i no e 10 gli astenuti. I senatori del M5S non hanno partecipato al voto, mentre Sel si è astenuta.
«AMMAZZA TARANTO» – «Più che salva Ilva è il dl “Ammazza Taranto”», è stata la motivazione con cui i senatori del Movimento 5 Stelle hanno lasciato in blocco l’Aula di Palazzo Madama: «Non ci permettono di apportare alcuna modifica al dl e, quindi, abbiamo deciso di abbandonare l’Aula», ha spiegato il senatore Francesco Molinari.
PROVVEDIMENTO BLINDATO – Il decreto consente il commissariamento da parte del Consiglio dei ministri di imprese di interesse strategico nazionale che comportino pericolo ambientale, e di conseguenza commissaria le acciaierie Ilva di Taranto. Maggioranza e governo avevano deciso di blindare il provvedimento in Senato, escludendo di fatto la possibilità di apportare modifiche, motivando la decisione con i tempi ristretti di approvazione che avrebbero reso difficile una terza lettura alla Camera (la conversione in legge doveva arrivare entro sabato 3 agosto) . Le imprese oggetto del decreto devono avere almeno mille lavoratori subordinati e un’attività che comporti pericoli oggettivamente gravi per l’integrità dell’ambiente e della salute a causa dell’inosservanza reiterata dell’autorizzazione integrata ambientale.
NOMINATO BONDI – Il commissario è nominato per dodici mesi (prorogabili fino a trentasei), esercita i poteri del Consiglio d’amministrazione e predispone il piano industriale, che deve conformarsi al piano ambientale predisposto da esperti nominati dal ministero dell’Ambiente. Per quanto riguarda lo stabilimento siderurgico di Taranto il commissario è Enrico Bondi, e il sub commissario, Edo Ronchi.
LA STRAGE AMBIENTALE – Nel corso del dibattito sul decreto Ilva sono stati approvati anche due importanti ordini del giorno, proposti proprio da M5S: quello che definisce lo «stato di calamità naturale di origine antropica», cioè causata dall’uomo e non naturale, e quello che riguarda l’inasprimento delle pene verso i reati ambientali («reato di strage ambientale»).

di Redazione Online (corriere.it)

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