ROMA – «La prossima settimana presenteremo a Milano la richiesta di affidamento ai servizi sociali». Lo dice l’avvocato difensore di Silvio Berlusconi, Franco Coppi, che sottolinea come la richiesta non preveda l’indicazione precisa delle modalità di espletamento. «Presenteremo la richiesta, salvo imprevisti – rileva ancora Coppi – e poi saranno i magistrati di Milano a decidere. Quando il giudice fisserà le prescrizioni potremo concordare le eventuali modalità».LA SENTENZA – Il legale, ritornando a parlare di una sentenza «profondamente ingiusta», ha spiegato che la richiesta di misura alternativa alla detenzione domiciliare è in corso di stesura e dovrebbe essere pronta entro i primi giorni della prossima settimana. Il compito di «confezionarla» è affidato a Niccolò Ghedini, lo storico avvocato di Berlusconi. «Stiamo raccogliendo il materiale- ha proseguito – da allegare» all’atto che però, dovrebbe contenere solo «indicazioni di massima» sull’eventuale attività riparatoria che il leader di Forza Italia potrebbe svolgere. Dunque stando al programma di queste ore, «se non ci sono cambi di indirizzo», la richiesta finirà sul tavolo del pm dell’esecuzione Nicola Balice la prossima settimana, probabilmente nella seconda metà. Dopodiché spetterà al Tribunale di Sorveglianza, che fisserà un’apposita udienza alla quale parteciperà come rappresentante dell’accusa un pg, decidere se accogliere o meno l’istanza ed eventualmente stabilire, assieme a Berlusconi, i particolari dell’affidamento in prova. L’iter, si prevede, sarà lungo e dovrebbe concludersi la prossima primavera poiché la posizione del Cavaliere (al quale è stato revocato il passaporto) non è tra quelle da definire con urgenza: è un condannato non detenuto e con una pena da scontare, al netto dei tre anni di indulto, di un anno.
DOVE ANDRÀ A LAVORARE IL CAVALIERE? – Nelle scorse settimane si è speculato sulle possibili destinazioni del Cavaliere, che fino all’ultimo è sembrato essere indeciso su qualche soluzione adottare per espiare la pena comminatagli a seguito della sentenza della Corte di Cassazione, che lo ha condannato a quattro anni per frode fiscale. La decisione di spostare la residenza da Milano a Roma, cosa che è avvenuta prima della sentenza di Cassazione, lascia prevedere che l’ex premier presterà la sua per una finalità sociale presso un’associazione o un ente caritatevole della capitale.
LA DECADENZA – L’annuncio di Coppi arriva all’indomani della decisione della Giunta delle immunità a favore della decadenza di Berlusconi da parlamentare. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si era schierato a fianco del Cavaliere parlando di «accelerazione anomala nelle procedure» e di «un accanimento che nulla ha a che vedere con la giustizia», auspicando che l’Aula del Senato «rimedi» a quella che definisce una «gravissima lesione alla democrazia e al buon senso». Riguardo invece alla rideterminazione al ribasso dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici inflitti in primo e in secondo grado all’ex capo del Governo, sempre per il caso Mediaset, il processo si aprirà davanti alla terza Corte d’Appello di Milano il prossimo 19 ottobre. E per quella data, secondo Coppi, non è escluso che la difesa presenti anche una memoria.
DOVE ANDRÀ A LAVORARE IL CAVALIERE? – Nelle scorse settimane si è speculato sulle possibili destinazioni del Cavaliere, che fino all’ultimo è sembrato essere indeciso su qualche soluzione adottare per espiare la pena comminatagli a seguito della sentenza della Corte di Cassazione, che lo ha condannato a quattro anni per frode fiscale. La decisione di spostare la residenza da Milano a Roma, cosa che è avvenuta prima della sentenza di Cassazione, lascia prevedere che l’ex premier presterà la sua per una finalità sociale presso un’associazione o un ente caritatevole della capitale.
LA DECADENZA – L’annuncio di Coppi arriva all’indomani della decisione della Giunta delle immunità a favore della decadenza di Berlusconi da parlamentare. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si era schierato a fianco del Cavaliere parlando di «accelerazione anomala nelle procedure» e di «un accanimento che nulla ha a che vedere con la giustizia», auspicando che l’Aula del Senato «rimedi» a quella che definisce una «gravissima lesione alla democrazia e al buon senso». Riguardo invece alla rideterminazione al ribasso dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici inflitti in primo e in secondo grado all’ex capo del Governo, sempre per il caso Mediaset, il processo si aprirà davanti alla terza Corte d’Appello di Milano il prossimo 19 ottobre. E per quella data, secondo Coppi, non è escluso che la difesa presenti anche una memoria.
di redazione online