NAPOLI. «Portare l’acqua ai bambini che soffrono la sete»: era questo il desiderio di Antonio Marino, giovane di San Giorgio a Cremano morto di tumore, due anni fa. A realizzare il suo desiderio i genitori, che, con la collaborazione dell’associazione “ I care onlus pro Mulagi”, hanno già fatto costruire, in Uganda, ben quattro pozzi. «La morte di Antonio – ha spiegato Anna, sorella del ragazzo –  ci ha lasciato un grande vuoto ed un immenso dolore. Nonostante la sofferenza, però, di mio fratello sono rimaste vivide quella creatività e curiosità, con le quali si poneva nei confronti della vita in modo da ricercarne gli aspetti più profondi, come il senso e la bellezza». La famiglia Marino è riuscita, dunque, ad usare proprio questa creatività per trasformare il dolore lasciato dalla morte prematura di Antonio, ammalatosi ad appena 25 anni, per portare la fonte principale di vita, l’acqua, in alcuni villaggi africani. «Ho seguito – ha spiegato Anna – personalmente la realizzazione del primo pozzo, sono stata in Uganda, più di un mese. Il 21 maggio, giorno del compleanno di Antonio – ha aggiunto – è stata trovata l’acqua, che dà la possibilità a circa un migliaio di persone del villaggio di avere a portata di mano un bene primario, per il quale erano costrette a percorrere, ogni giorno, molti chilometri a piedi». Qualche mese dopo, esattamente il 15 novembre, anniversario della morte del ragazzo, è nato il “progetto Antonio Marino”, grazie al quale sono stati realizzati altri tre pozzi nei villaggi: di “paya” nei pressi di Mulagi, di “Soni”, dedicato alla comunità della chiesa di S. Giorgio Vecchio e di “Mulanda” nei pressi della città di Soroti, area quasi a confine con il Sudan, particolarmente colpita dalla siccità e da tante emergenze umanitarie.
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I VOLONTARI – Diverse sono le persone che collaborano al progetto, organizzando vari eventi di sensibilizzazione e raccolta fondi. L’obiettivo immediato è quello di realizzare altri tre pozzi, mentre è al momento solo un ambizioso progetto quello di riuscire ad adottare un intero villaggio. «Antonio – ha concluso Anna – con in mente i suoi tanti progetti da realizzare, sia per i bambini che per le persone bisognose, diceva sempre: “forse non è molto, ma qualcosa di buono si può fare”». Proprio il motto che la famiglia Marino, ogni giorno, cerca di concretizzare. 

di Emiliana Avellino

PER SAPERNE DI PIU’
Il sito di Mulagi

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