FOGGIA. Un torneo di calcetto per socializzare, per riacquistare un breve senso di libertà, per attirare l’attenzione sui problemi che vivono i detenuti. Come quelli del sovraffollamento. Ma soprattutto, il pallone per dire che il carcere è parte integrante della città, della comunità, specchio sensibile di una società fatta di uomini liberi e di detenuti. Come quelli che in queste settimane hanno dato vita al torneo di calcetto promosso nell’ambito del progetto “Sportiva… mente insieme per l’integrazione”, un’iniziativa sostenuta dal Comune di Foggia, dalla Casa Circondariale e dall’istituto tecnico commerciale “Giannone”.
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IL TORNEO. Definitivi, perché «l’espressione condannati non ci piace proprio», contro consiglieri e funzionari comunali. Sono gli stessi detenuti a spiegare, prima del fischio iniziale, i punti salienti del campionato che li vede protagonisti nel campo di calcetto del carcere di Foggia. «I vari reparti del penitenziario sono stati rappresentati da una squadra: Definitivi, Penale, Giudicabili ed Alta Sicurezza. Il torneo interno è stato vinto dal nostro reparto che si è aggiudicato la possibilità di sfidare i consiglieri comunali». E così, mentre sugli spalti i tifosi-detenuti prendono posto per sostenere i loro compagni , le due formazioni scendono in campo per la partita finale. I definitivi sfoggiano una maglietta rossa «scelta prima del torneo perché ci piaceva il colore». I consiglieri comunali, invece, indossano una maglietta bianco-verde e sono capitanati dal sindaco Gianni Mongelli.
NEL SEGNO DI ZEMAN. A dare il calcio di inizio ci pensa Maurizio Codispoti, difensore negli anni d’oro di Zemanlandia, quando il Foggia allenato dal boemo esprimeva il suo gioco offensivo negli stadi della serie A. La partita si mette subito in salita per i consiglieri comunali che, con il sindaco a difendere i pali della porta, vanno sotto di due reti. Ma la sostituzione non migliora le sorti dell’incontro. I detenuti corrono, dribblano, tirano, fanno girare la palla. Il risultato finale li premia: battono i consiglieri comunali 7 a 4. Un epilogo sportivo non casuale. «I detenuti hanno mostrato grande entusiasmo per questo torneo, perché in queste settimane hanno corso, hanno svolto attività fisica, si sono allenati seriamente per prepararsi al meglio ed essere in forma – dice Maria Affatato, direttrice del penitenziario – . Ma oltre all’aspetto sportivo è importante evidenziare che iniziative come queste vanno sostenute perché ci ricordano che il carcere è parte integrante della nostra società e solo attraverso momenti come questi si possono piantare le basi per avviare percorsi di reintegrazione e socializzazione».
di Emiliano Moccia