ROMA- “Un gesto di profondo disprezzo per l’incolumità delle persone”. Questa la denuncia di Amnesty International nei confronti della decisione della Turchia di rimandare in Siria circa 600 rifugiati, il 28 marzo.
I FATTI- Le persone in questione erano nel campo rifugiati di Akcakale, nella provincia di Sanliurfa, al confine con la Siria. Questo atto secondo quanto appreso dall’organizzazione per i diritti umani, sarebbe stato causato da violente proteste scoppiate all’ interno del campo. Amnesty International ha sollecitato, quindi, le autorità turche per assicurare che non vi siano ulteriori rimpatri forzati, che causerebbero alle persone interessate il rischio di subire violazioni dei diritti umani una volta in territorio siriano. Le autorità turche dovranno anche chiarire le circostanze in cui i 600 rifugiati sono stati rimandati in Siria.
di Sabrina Rufolo