ROMA – Secondo un rapporto lanciato oggi dall’Unicef, la violenza incessante, i massicci spostamenti di popolazione e i danni alle infrastrutture e ai servizi essenziali causati dal conflitto siriano rischiano di lasciare un’intera generazione di bambini segnata per tutta la vita. A due anni dall’inizio del conflitto in Siria, secondo il nuovo Rapporto “I bambini della Siria: una generazione perduta”, i bambini stanno pagando il prezzo più alto delle violenze: oltre 2 milioni di essi sono colpiti dal conflitto; di questi più di 1.800.000 in Siria e oltre 500.000 fuggiti in Libano, Giordania, Iraq, Turchia e Egitto. Il rapporto – che fa il punto della situazione a due anni dall’inizio della crisi in Siria – sottolinea che nelle zone in cui i combattimenti sono stati più intensi, l’accesso all’acqua e’ diminuito di due terzi con conseguente aumento di malattie respiratorie e della pelle, mentre una scuola su cinque e’ stata distrutta, danneggiata o utilizzata come ricovero per le famiglie sfollate. Ad Aleppo, ad esempio, solo il 6% dei bambini attualmente frequenta la scuola. Le classi che funzionano ancora sono composte anche da oltre 100 bambini. Ospedali e centri sanitari sono stati distrutti e il loro personale qualificato è fuggito. Nel frattempo, i bambini soffrono il trauma di vedere i membri della famiglia e gli amici uccisi e sono terrorizzati da rumori e scene di scontri.
L’APPELLO – Dall’inizio della crisi, la risposta dell’Unicef e dei suoi partner si e’ focalizzata sulla fornitura di acqua potabile e servizi igienico-sanitari, programmi di protezione, istruzione per i bambini e le famiglie sfollate all’interno della Siria e le popolazioni rifugiate in tutta la regione. Oggi, grazie al lavoro dell’Unicef, 4 milioni di persone all’interno del paese hanno accesso all’acqua potabile, mentre team sanitari mobili hanno contribuito a vaccinare 1,5 milioni di bambini contro il morbillo e la polio. Circa 75.000 bambini colpiti frequentano le lezioni. In Giordania, Libano, Iraq e Turchia, l’Unicef assiste piu’ di 300.000 bambini rifugiati con acqua potabile, servizi igienico-sanitari, istruzione, assistenza specialistica e protezione dallo sfruttamento e dall’abuso. Tuttavia, questo grande impegno e’ minacciato da una grave mancanza di finanziamenti. Nel mese di dicembre 2012, l’Unicef ha lanciato un appello per 195 milioni di dollari per aiutare i bambini siriani e le loro famiglie fino a giugno 2013. Ad oggi, l’appello è stato finanziato per meno del 20%.

di Francesco Adriano De Stefano

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