KAZAKHISTAN – Amnesty International ha accusato il presidente del Kazakhistan, Nursultan Nazarbaev, di ingannare la comunità internazionale con promesse non mantenute di sradicare la tortura e indagare sull’uso della forza letale da parte della polizia.  Il rapporto, intitolato “Vecchie abitudini: l’uso regolare della tortura e dei maltrattamenti in Kazakhistan”, denuncia come le forze di sicurezza agiscano con impunità e come la tortura nei centri di detenzione sia la norma.

Il documento di Amnesty International prende le mosse dalla repressione delle proteste di Zhanaozen, nel dicembre 2011, quando almeno 15 persone furono uccise e oltre 100 gravemente ferite dalle forze di sicurezza. Decine di persone vennero arrestate, imprigionate in celle sotterranee e sovraffollate delle stazioni di polizia e torturate.
A tale proposito, Amnesty International ha sollecitato il presidente Nazarbaev ad autorizzare e facilitare un’inchiesta indipendente internazionale sull’uso della forza letale a Zhanaozen, come raccomandato dall’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay. 

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