CINA- Mentre il cane si agita, abbaia, cerca di fuggire tirando il guinzaglio stretto attorno al collo, un uomo lo picchia con un bastone. Sul naso e sulla testa, sul corpo. Il cane cade a terra, come svenuto. L’uomo lo trascina per pochi metri, lo prende per il muso e con un coltello gli taglia la gola. Il sangue esce a fiotti. L’animale è ancora cosciente. Cerca di fuggire per l’ultima volta prima di essere spellato e poi bollito. Sono alcuna delle immagini della macellazione dei cani in Cina contenute nell’ultima investigazione di Animal Equality. Il video – di cuiCorriere.it pubblica solo la prima parte – è stato diffuso integralmente sul sito Senzavoce.org . Le immagini sono state riprese da attivisti infiltrati negli allevamenti e nei macelli di cani a Jiangmen e Zhanjiang, nella provincia meridionale cinese del Guangdong e mostrano senza censure cosa avviene in questi luoghi. «Si tratta di filmati mai visti prima – dicono gli animalisti – che rivelano gli orrori perpetrati ogni giorno a migliaia di cani per soddisfare la richiesta di carne in Cina».
DIARIO DALL’ORRORE – Sul sito Senzavoce.org, creato per sostenere una petizione internazionale per fermare la crudeltà di questi macelli, oltre al video vengono pubblicate le foto scattate durante l’investigazione e il diario tenuto dagli attivisti giorno per giorno. Testimonianze dure e sofferte che raccontano il viaggio dei cani dall’allevamento alla tavola. «Il macello era sorprendentemente tranquillo – racconta un attivista descrivendo il momento prima dell’uccisione dei cani- L’unico rumore proveniva dal bisbigliare e piangere dei cani che venivano schiacciati con delle tenaglie, trascinati sul pavimento e martoriati a morte con dei bastoni. Alcuni venivano picchiati dai lavoratori che fracassavano con de bastoni la loro area nasale, molto sensibile al dolore. I lavoratori non mostravano segni di compassione per gli animali che venivano malmenati, presi a calci, a pugni lungo tutta la stanza prima di venire uccisi».
CARNE DA MANGIARE – Mentre nel mondo occidentale mangiare la carne di cane è un tabù (come in Gran Bretagna, ad esempio, lo è mangiare quella di cavallo), in alcuni Paesi orientali, tra cui Cina, Vietnam e Corea, non è così. O almeno non lo è stato per lungo tempo, visto che adesso l’«occidentalizzazione» della cultura sta cambiando anche le abitudini alimentari. «Mangiare carne di cane è particolarmente popolare nel nord est del Paese, al confine con la Corea, e anche nelle regioni meridionali, come Guizhou, Guangxi e il Guandong – spiegano gli attivisti – L’unica zona della Cina dove è vietato il consumo di carne di cane è Hong Kong». «Per noi che si tratti di cani, mucche o maiali non fa differenza – spiega a Corriere.it una portavoce di Animal Equality Italia – . Quello che ci teniamo a denunciare è l’inaudita crudeltà e violenza di questi mattatoi». In Cina non esiste nemmeno una normativa minima per la tutela degli animali.
UN BUSINESS DA 10 MILIONI DI EURO – Si stima che ogni giorno nei macelli cinesi vengano uccisi 30-50 mila cani, almeno 18 milioni all’anno. Il tutto per soddisfare un doppio mercato: quello della carne e quello della pelliccia. Un commercio che vale in Cina più di dieci milioni di euro l’anno. Un affare che – denunciano gli attivisti – porterebbe anche un traffico illegale di cani rubati. «Cani, allevati per la produzione di carne, sono spesso prelevati dalle strade oppure rubati alle loro famiglie – dicono gli attivisti – Vengono tenuti per quasi tutta la loro vita in gabbie metalliche dove soffrono terribilmente, sia fisicamente, che psicologicamente». Secondo un sondaggio realizzato dalla ong cinese Guo nel maggio del 2011, oltre l’80% delle famiglie di Jinan (Shandong) ha denunciato il furto di un cane. Sono probabilmente finiti tutti dentro un mattatoio.

di Beatrice Montini (corriere.it)

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