VIENNA- Martin era poco più che adolescente quando cominciò a sentire un dolore al piede destro. L’ortopedico non diede troppo peso: «Dipende da una piccola deformità». Antidolorifici e plantari. «Non mi facevano nulla. Il dolore era troppo forte». A novembre del 2011 esami, biopsia e diagnosi: tumore maligno alle ossa. Era nel piede, 13 centimetri. Quattro cicli di chemioterapie e si riduce a 5. Ancora troppo. «Dobbiamo amputare», gli dissero. Era marzo del 2012. «Ricordo la notte precedente. La peggiore che ho mai passato. Non posso descrivere ciò che provavo». Quella sera aveva il piede, il giorno dopo gli sarebbe mancata una parte di gamba, da metà polpaccio in giù. «Ma avevo fiducia nei medici. E il dolore era così grande: un sollievo quando me lo hanno tolto».
Fino a qui, la storia di Martin Hofbauer, ventenne austriaco, è quella di molti. Uguale ma sempre diversa, con il cancro protagonista nel male. Ma poi ne inizia una nuova. Una rivoluzione. Parte dal calcio per diventare segno di cambiamento nel mondo. Martin ha infatti ricevuto dalla Fifa, la Federazione internazionale che regola il calcio, l’autorizzazione a giocare in una competizione ufficiale con la protesi. Martin ha aperto una strada come Oscar Pistorius fece nell’atletica, arrivando a gareggiare nella corsa sino all’Olimpiade, lui che per una malformazione aveva avuto entrambe le gambe amputate dopo pochi mesi. La Federazione di atletica gli aveva negato la possibilità di correre con atleti normodotati. Il Tribunale Sportivo di Losanna lo riammise alle corse: nessuna evidenza di vantaggi. Anche questa vicenda ha spinto la Fifa a decidere che Martin, con la sua protesi, può giocare in campionato. Come Oscar deve correre solo con le protesi che sono state testate, la condizione è che «la protesi non rappresenti un pericolo per il giocatore stesso, i suoi compagni di squadra e gli avversari; l’arbitro verificherà lo stato della protesi prima dell’inizio della gara».
Martin ama giocare a pallone. Lo faceva prima dell’amputazione e ha continuato a farlo dopo. La sua squadra, l’Ufc Miesenbach, partecipa al campionato dilettanti in Stiria. Ha iniziato a mettere la protesi due mesi dopo l’operazione. «È parte di me». Un compagno di stanza gli diede il numero di Matthias Lanzinger, il campione di sci austriaco rimasto disabile dopo una caduta e che ora partecipa alle gare paralimpiche. «Mi ha dato consigli, è stato un momento commovente». Quell’incontro lo ha convinto: «Torno a giocare». Da settembre si allena con i compagni. A ottobre scende in campo. «Ho subito fatto gol. La protesi non mi ostacola e non crea problemi». A volte giocava di nascosto: «Con le calze nessuno si accorgeva». Ma voleva di più: «Era brutale. Mi allenavo e poi guardavo dalla tribuna i miei compagni nei tornei. La partita è un dono meraviglioso». Ripara macchine agricole al suo paese, Gschaid, e lo racconta al quotidiano locale, la Kleine Zeitung Graz . «Quando ho fatto la richiesta pensavo positivo, speravo la accogliessero». È successo. Un passo avanti, non solo per lui. «Sono felice di aver aperto una breccia per altri sportivi disabili».
Qui in Italia c’è un precedente. Francesco Messori, un ragazzo di Correggio, nacque senza una gamba. Disarticolato. Usa le stampelle. Ma ama il calcio. Si allenava con una squadra del suo paese ma non poteva giocare in campionato. Il presidente del Csi, il Centro Sportivo Italiano, modificò il regolamento per lui. Francesco giocò con le stampelle. Poi fece un gruppo su Facebook: nacque la Nazionale calcio amputati. Il mese scorso l’esordio (con sconfitta: 5-2) in Francia contro la Nazionale transalpina. Martin può giocare, ma i peggiori avversari non sono quelli che incontra sul campo. Ce n’è uno più cattivo che viaggia ancora nel suo corpo. Nel novembre scorso nuova operazione: metastasi ai polmoni. Altro ciclo di chemio. Ora sta bene. «I miei medici sono grandi». Si fida di loro. E gioca. Finalmente, non solo in allenamento.

di  Claudio Arrigoni (invisibili.corriere.it)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui