Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) rappresentano un’articolazione del Ministero della Giustizia e sono deputati alla presa in carico delle persone sottoposte a misure esterne all’Istituto penale e Messa alla Prova.

Centrale all’interno degli UEPE è la figura dell’assistente sociale, che insieme al personale della Polizia Penitenziaria, esperti psicologi, criminologi ed educatori, collabora alla mission istituzionale, che consiste nella piena azione rieducativa del soggetto sottoposto a sanzione penale.

La sanzione penale è da intendersi come community sanction, ossia una misura da vivere nella comunità e con la comunità, al fine di raggiungere l’obiettivo rieducativo sancito dalla Costituzione italiana all’art. 27.co.3.

In tale contesto quanto mai delicato e di enorme responsabilità, le lavoratrici e i lavoratori lavorano, ormai, in continuo affanno  per l’aumento delle competenze lavorative dovute alle varie riforme della Giustizia e ad un maggior carico di lavoro amministrativo ridistribuito su di essi in mancanza di operatori amministrativi che continuano a non essere assunti (mancanza turn-over ).

 La gravità della situazione che stanno vivendo i lavoratori dell’UIEPE di Napoli  e la presa   d’ atto della persistente azione organizzativa unilaterale da parte dell’Amministrazione  e il mancato  confronto costruttivo con le Parti Sociali per il  miglioramento dei servizi resi  al cittadino e per il  benessere del personale tutto , ha costretto la Cgil – Funzione pubblica a proclamare lo stato di agitazione e  chiedere  un intervento conciliativo al Prefetto.

Anche questo tentativo ,nonostante l’impegno profuso dal Vice Prefetto, non ha sortito alcun effetto non  addivenendo ad alcun accordo o soluzione che potesse mitigare in qualche modo le difficoltà e lo stress da lavoro correlato  con cui sono costretti a convivere tutti i lavoratori dell’Ufficio in argomento.

Le criticità organizzative denunciate dalla organizzazione sindacale  hanno ricadute significative sul benessere dei lavoratori, che declinano ogni responsabilità derivante da eventuali ritardi ed omissioni nella lavorazione dei procedimenti e pratiche assegnate, con il rischio di incorrere in valutazioni negative, diffide e denunce per il mancato rispetto nell’adempimento dei compiti istituzionali  dei tempi richiesti dai diversi committenti (IIPP, Tribunali Ordinari e Tribunali di Sorveglianza).

A ciò si aggiunge la forte preoccupazione per l’incremento dei carichi di lavoro che l’attuazione della riforma Cartabia ha determinato e l’ulteriore aggravio che si verificherà con l’istituzione dei presidi di servizi sociali presso i Tribunali e gli Istituti Penitenziari, attività che ricadrà sempre sullo stesso personale.

«Appare pertanto ineludibile un intervento delle Direzioni Centrali, a cui il presente comunicato stampa è inviato, al fine di riportare un modello organizzativo rispettoso dell’utenza e della dignità professionale  di tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore», dichiarano la Coordinatrice FF.CC. FPCGIL Napoli Teresa Saetta e la Segretaria FPCGIL Campania –Napoli, Rosa Anna Ferreri

 

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