Un team di professionisti, composto da una psicologa e da avvocati, per garantire piena tutela legale e un percorso di recupero superando il drammatico periodo delle vessazioni. È il principale punto di forza del progetto “Recuperiamo il tempo perso’’, dedicato alle donne vittime di violenza. L’iniziativa, portata avanti dal centro culturale Damm e dal centro sociale Sgarrupato di Montesanto, si avvale dell’ausilio dello studio di avvocati Mucciolo-Favarolo di vico Spezzano a Montesanto 19 e dalla psicologa esperta in materia Simona Borrelli, che operano in sinergia sin dalla denuncia proseguendo per la terapia volta a riappropriarsi della propria vita.

Il perché del progetto – «Abbiamo intercettato sul territorio di Montecalvario ma non solo casi complicati, ma quando abbiamo cercato di fare la nostra parte ci siamo resi conto di essere senza strumenti per affrontarli. C’era bisogno di una maggiore strutturazione per proteggere le donne vittime di violenza Ecco perché è nato “Recuperiamo il tempo perso’’, che significa non disperdere più l’esistenza delle donne aggredite fisicamente e verbalmente. Molte donne che hanno denunciano poi tornano indietro perché vivono una condizione disagiata e a volte scelgono il male minore: la sicurezza economica che lo stesso contesto familiare domestico dove avvengono le violenze può offrire. Ecco perché con il gruppo di psicologi e legali vogliamo rendere libero il patrocinio a chi si affida al progetto». Ad affermarlo Bianca Verde del centro Damm, in cui operano per lo stesso scopo, tra gli altri, attiviste come Oksana Oliynk, la consigliera della Seconda Municipalità Angela Parlato, Luigi Volpe, l’ex assessore comunale Monica Buonanno e non solo. «Le donne si devono sentire accettate – aggiunge Verde – denunciare per loro non è facile proprio per l’insicurezza economica e di quale possa essere la tutela dei propri figli quando ci sono. Molte sono dovute scendere a compromessi, cosa che vorremmo evitare in futuro. Dobbiamo accompagnarle in toto le vittime». Al Damm e allo Sgarrupato saranno presto organizzati laboratori dedicato alle donne vittime di violenza, corsi di autodifesa. Nascerà un’associazione.

L’importanza della tempestività – Un fattore che gioca a favore o sfavore di chi si macchia di violenza ai danni delle donne, è quello temporale relativo alla denuncia. «Occorre tempestività quando siamo davanti a una violenza subita da una donna. L’avvocato deve porsi nel massimo grado di efficienza. Non esistono orari, la reperibilità è continua» afferma il legale Ciro Favarolo che spiega come spesso «la donna vittima di violenza non è recettiva nel presentare la querela e questo determina il giudizio sull’entità della pena. Succede che la donna che ha subito una violenza tempo prima ad un certo punto decida di ritirare la denuncia e non andare avanti perché nel frattempo c’è stata una sorta di riconciliazione». Ma questo non significa di certo cessazione degli abusi, anzi. Ancora l’avvocato Favarolo: «Abbiamo trattato come studio legale il caso di una ragazza giovane che nel 2020 ha presentato querela contro il suo ragazzo violento. Nel corso del tempo però, sempre sotto minaccia, è arrivata in aula dicendo al giudice che c’era stata riconciliazione. Il risultato è stato che il ragazzo è stato assolto, è caduta l’aggravante e c’è stata la remissione di querela. Successivamente la ragazza ha subito di nuove violenze con la rottura del setto nasale, ospedalizzazione per oltre 30 giorni e oggi è in corso un nuovo procedimento penale con il supporto, importante spiegare certe cose e affrontando meglio il percorso». Il suo collega, l’avvocato Domenico Mucciolo spiega del perché il progetto, legato anche al tema della genitorialità, abbia poi allargato gli orizzonti arrivando al dramma delle violenze subite dalle donne. «Su un sito di una importante scuola del territorio di Montecalvario veniva specificato come i ragazzi, nonostante i ragazzi frequentassero un istituto del centro cittadino, vivessero un disagio sociale, con disoccupazione e lavoro precario dei genitori. Si faceva riferimento a fenomeni di microdelinquenza e di criminalità organizzata e la densità abitativa ha acuito la marginalizzazione del quartiere. Questa complessa realtà – ricorda la descrizione sul portale della scuola menzonata l’avvocato Mucciolo – ha concorso a generare negli studenti e nelle loro famiglie un malessere affettivo, sociale e culturale che si riflette anche nei comportamenti spesso apatici o aggressivi». Con il pericolo, in alcuni casi, dello sfociare in violenze.

Oltre la tutela legale, il supporto psicologico – «Bisogna prima creare un rapporto terapeutico perché si ha sempre paura delle ripercussioni. Non c’è però solo l’aspetto psicologico, ci vuole anche la tutela legale. Questo approccio multidisciplinare è fondamentale» ravvisa la psicologa del progetto “Recuperiamo il tempo perso’’ Simona Borrelli. «Molte donne continuano a ritenersi colpevoli perché si domandano se hanno sbagliato qualcosa, se hanno scelto in modo errato o di aver innescato loro il problema dell’uomo, di essere state loro causa di qualcosa. Oltre al senso di colpa nasce il senso di dovere, accudire la persona che perpetra violenza: la classica sindrome della crocerossina. Tutto parte dal nostro passato, c’è un disamore o un disaffetto da colmare» spiega la psicologa ricordano che «c’è il primo scossone, in età giovanile tante volte, si tende a minimizzare i piccoli allarmi. Poi da lì si innesca l’escalation. C’è una trasversalità nelle violenze, ma i contesti disadattati sono quelli in cui i casi di violenza preponderano». Per info e conttati Bianca Verde 3801490108 dottoressa Simona Borrelli: 3455620307 mail avv.mucciolo@libero.it

di Antonio Sabbatino

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui