Grande partecipazione e interesse al webinar organizzato dal Parco Sommerso di Gaiola sulla “Problematica Scarichi Fognari nella ZSC IT8030041 Fondali Marini di Gaiola e Nisida”, a dimostrazione del fatto che il tema desta sempre maggiore preoccupazione da parte di una platea trasversale che ha riunito rappresentanti della società civile, del mondo accademico e culturale, dell’associazionismo e degli stakeholders territoriali che svolgono attività economiche sul mare come balneari e mitilicoltori.

Il Direttore del Parco Maurizio Simeone ha presentato una relazione che, partendo anche dalle origini storiche del problema e dell’evoluzione dell’assetto urbano cittadino, ha esaminato prima le criticità dell’assetto attuale dell’impianto di trattamento fisico delle acque con l’attuale scarico di bypass di cala badessa, balzato agli onori delle cronache proprio questa estate.
Successivamente ha analizzato il progetto di riassetto della rete fognaria dell’are realizzato nell’ambito del Piano di Risanamento Ambientale e Rigenerazione Urbana (PRARU) di Bagnoli. Di fatto, il piano tanto atteso che avrebbe dovuto risolvere le criticità attuali, rischia purtroppo di aggravarle, nonostante alcune misure di mitigazione apportate per migliorare l’efficienza dell’impianto che prevedono un leggero aumento della soglia di Bypass. Il Progetto infatti, al fine di alleggerire il carico sull’emissario di Cuma, prevede di raddoppiare la portata delle acque grigie (fognarie e di dilavamento strade) convogliate nel già sottodimensionato impianto di Coroglio. Per far fronte a questa aumentata portata delle acque di scarico è prevista l’apertura di un nuovo scarico di Bypass (in aggiunta all’esistente) sulla spiaggia di Coroglio e l’aumento delle condotte di scarico sui fondali costieri. Il tutto nello specchio di mare di più alta valenza ambientale, ecologica, archeologica, paesaggistica e socio-culturale dell’intera costa napoletana, che proprio per il suo alto pregio è tutelata sia a livello nazionale che Europeo (l’area è infatti riconosciuta quale Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000).

Il Prof. Giovanni Russo, docente di Ecologia marina all’Università Parthenope di Napoli, già presidente della Società Italiana di Biologia marina, ha parlato esplicitamente di disastro ambientale se questo progetto fosse portato avanti. Rimarcando l’assoluta incompatibilità della scelta progettuale sia sul piano ambientale che sul quello sanitario. Non a caso infatti già sono state emessi degli atti nei confronti dei mitilicoltori di zona per ridurre l’estensione dell’impianto in funzione di un aumento della contaminazione delle acque previsto con l’apertura dei nuovi scarichi.

Dello stesso Parere l’Ing. Diego Vicinanza, docente Ingegneria Costiera Università Vanvitelli, e l’Ing. Panico, docente di Ingegneria Sanitaria-Ambientale Università Vanvitelli, che sottolineano le carenze tecniche del progetto e la necessità di mettere al primo piano la questione ambientale e sanitaria investendo le risorse necessarie per avere la migliore soluzione tecnologicamente possibile nel 2022.

Il Prof. Yuri Cotroneo, esperto in Misure meteo oceanografiche ed analisi dati dell’Università Parthenope mette in evidenza come manchino del tutto studi di tipo oceanografico e meteorologico basati su dati reali acquisiti sul campo, sottolineando come la scelta di dove ubicare un eventuale scarico dovrebbe essere effettuata proprio sulla base di opportuni studi correntometrici sulla dispersione degli inquinanti sulla costa. Anche sull’analisi dei dati meteorici avanza perplessità in considerazione dei cambiamenti climatici in atto che mostrano eventi piovosi sempre più intensi.

A chiudere il dibattito sul tema è stata l’Onorevole Rina Valeria De Lorenzo, autrice di una recente interrogazione parlamentare sul tema al Ministro Cingolani, che sottolinea il fatto che Invitalia è l’Ente esecutore e che la scelta sull’opportunità di mettere in atto un progetto del genere spetta alla politica ed ai Ministeri competenti che devono vigilare su quanto si sta facendo. A tal proposito ricorda che proprio il Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero dei Beni culturali ha emanato apposito D.M. del 27/02/2019 in cui chiedeva che ben 9 interventi del PRARU, tra cui quello sul riassetto fognario, fossero sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale, che non sembra sia stata eseguita.

Diversi interventi e partecipazione da parte dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste, movimenti cittadini e stakeholder, come Mario Morra dello storico lido Bagni Elena che sottolinea l’assoluta incompatibilità del progetto con l’economia locale legata al mare e la necessità di intraprendere tutte le strade possibili per fermare questa scelta scellerata, Mario Fontana, dei Movimenti civici cittadini, che evidenzia la necessità di coinvolgere ed informare sempre più la società civile e chiedere all’amministrazione locale di schierarsi fortemente contro questa scelta progettuale, e Barbara Mussi di Oceano Mare Delphis che mette in evidenza ancor più l’assoluta rilevanza ambientale del Parco della Gaiola testimoniata da fatto che negli ultimi anni sempre più spesso l’area è nuovamente frequentata da delfini.

Il Direttore Simeone ha concluso rilanciando massima disponibilità a collaborare con il nuovo Commissario di Governo, Sindaco di Napoli, e gli altri organi competenti per trovare una soluzione consona a scongiurare la realizzazione di opere che possano pregiudicare irrimediabilmente la sopravvivenza futura di un’area di così elevato pregio naturale, culturale e sociale per la Città di Napoli.

 

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